Vita Chiesa
Diventare liberi amando i nemici
«Amate i vostri nemici e fate del bene a coloro che vi odiano; benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano…» (Lc 6,27-28)
Ma l’amore di cui parla Gesù implica una distanza da colmare, un itinerario di avvicinamento da intraprendere, una strada da fare… Infatti i due primi personaggi della parabola di Luca «passano dall’altra parte», mentre solo il Samaritano «passa accanto» e poi si «avvicina». E la compassione evangelica germoglia proprio e soltanto in quel lembo di terra, in quel frammento di tempo che intercorre fra il passare accanto e l’avvicinarsi.
Finché rimaniamo dei «buoni», che non ammettono ostilità, che non hanno difficoltà nei rapporti… in un certo modo non siamo cristiani! Il cristianesimo è infatti prima di tutto un’esperienza di verità. E Gesù ci dice che solo la verità ci farà liberi. Noi possiamo credere di non sentire nessuno come nemico ed è una grazia che Dio ci concede ma non possiamo essere certi di non essere percepiti e considerati come nemici da qualcuno… L’inimicizia infatti ha due fronti. La Parola di Dio è illuminante: «Il figlio insulta suo padre, la figlia si rivolta contro sua madre, la nuora contro la suocera, e i nemici dell’uomo sono quelli di casa sua» dice il profeta Michea. Anche Gesù parla di tempi come questi e si presenta come la «discriminante» dell’inimicizia: «No crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace, ma una spada».