Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò. È stato questo il brano del Vangelo scelto per la messa in suffragio delle 17 vittime del disastro ferroviario celebrata questa mattina dall’arcivescovo di Bologna, mons. Carlo Caffarra, nella chiesa parrocchiale S.Silvestro a Crevalcore. Il Signore – ha detto l’arcivescovo – rivolge il suo invito in primo luogo a famigliari, coniugi e/o figli, genitori e/o fratelli-sorelle, che piangono e soffrono la morte dei loro cari. Ma lo stesso invito è rivolto anche a noi tutti, drammaticamente feriti come siamo da eventi come questi. Mons. Caffarra ha poi definito legittima la richiesta di sapere le precise responsabilità che hanno determinato il tragico incidente. Certamente – ha detto l’arcivescovo – abbiamo anche il diritto di sapere se l’evento tragico trova ragioni in precise responsabilità prossime e/o remote degli uomini. Ma altri ha proseguito – sono i luoghi in cui si va a cercare risposta a questa legittima domanda; in cui si opera la rigorosa e doverosa verifica di queste eventuali responsabilità. Siamo venuti in questo luogo a cercare risposta al bisogno di decifrare un mistero infinito che ci domina: quello della morte. Di fronte ad avvenimenti tragici come questo – ha detto mons. Caffarra – l’uomo prova il senso di essere come consegnato ad un destino indecifrabile. E invece, ha assicurato l’arcivescovo, niente e nessuno è più forte dell’amore che Dio ha per noi. Usciremo da questo luogo, se avremo accolto questo invito ha concluso l’arcivescovo – non necessariamente con maggiore chiarezza, ma sicuramente con più profonda consolazione. Sir