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Disastri naturali, 350 mila morti nel 2005

Secondo l’organizzazione metereologica mondiale (Onm) che fa capo alle Nazioni Unite, sono state 350 mila le vittime di disastri naturali nel 2005, con danni per circa 200mila milioni di dollari. Con 26 tempeste tropicali il 2005 è stato l’anno record dal 1944 e molto probabilmente fin dal 1800. Nel 2005, a fronte di 14 uragani che si sono originati dalle 26 tempeste tropicali complessive, la metà si è trasformata in un uragano catastrofico. Ecco alcuni degli eventi di maggior rilievo.

Terremoto in IranIl 22 febbraio una scossa di terremoto di magnitudo 6.4 colpisce la regione di Kerman, nel sud-est dell’Iran, già pesantemente colpita 14 mesi prima da un altro terremoto che aveva praticamente distrutto l’antica città di Bam (a 250 km da Kerman). Allora i morti furono 30 mila, questa volta il primo bilancio è di 430 vittime e 1.000 feriti. Terremoto in IndonesiaUna scossa sismica di 8,5 gradi Richter colpisce l’Indonesia il 28 marzo con epicentro a circa 200 km da Sibolga, vicino al punto in cui si produssero il terremoto e lo tsunami del 26 dicembre 2004. La zona più colpita è l’isola di Nias con la distruzione di gran parte delle abitazioni ma centinaia di morti vengono ritrovati anche nelle sperdute isole Banyak, tra Nias e Simeuleu. Il bilancio parla di circa 2 mila morti. Alluvioni in CinaAlmeno 536 le vittime e circa 1 milione e mezzo gli sfollati in Cina per alluvioni, frane e smottamenti che nella seconda metà di giugno hanno flagellato il sud del Paese (Guangxi, Fujian e Guangdong) dove l’acqua ha travolto abitazioni, strade, industrie, aziende agricole e linee ferroviarie, coinvolgendo circa. 18,85 milioni di cinesi e causando danni per oltre 2,2 miliardi di euro. Inondazioni in IndiaCirca mille i morti per le alluvioni che a fine luglio flagellano lo Stato indiano occidentale del Maharastra e la sua capitale, Mumbai (l’ex Bombay). In un giorno cadono 944,2 millimetri di pioggia, il massimo mai raggiunto in India, che pure è abituata alle piogge monsoniche. Alluvioni in EuropaViolente inondazioni in Europa seminano morte e distruzione di abitazioni, infrastrutture e raccolti alla fine di agosto. Svizzera, Austria e Germania, Romania e Bulgaria i paesi più colpiti. Ingenti soprattutto i danni economici ma si contano anche diverse vittime, soprattutto in Romania «Katrina» a New OrleansA fine settembre il bilancio ufficiale è di 1.121 morti, molti meno di quelli temuti nei giorni del passaggio su New Orleans (inondata all’80%) dell’uragano Katrina, abbattutosi sulle coste della Louisiana tra la fine di agosto e i primi di settembre. Devastati 233 mila chilometri quadrati con danni per 200 miliardi di dollari in Louisiana, Mississippi, Alabama e sud della Florida. Colera in Guinea BissauCentinaia di morti e almeno 20 mila contagiati nell’epidemia di colera cominciata ai primi di giugno in Guinea Bissau e protrattasi per mesi. Agli inizi di novembre il bilancio era di 310 persone morti. Il maggior numero di contagi e decessi nella capitale Bissau, dove la popolazione è raddoppiata negli ultimi 20 anni. Anche in Burkina Faso si segnalano centinaia di contagi e una decina di vittime. Terremoto in KashmirÈ di almeno 75 mila morti e 69 mila feriti il bilancio del terremoto di magnitudo 7,6 della scala Richter che l’8 ottobre ha colpito il Kashmir, tra Pakistan, India e Afghanistan. È il Pakistan il paese più colpito: 15 mila i villaggi distrutti, milioni gli sfollati in una regione già martoriata dal conflitto tra India e Pakistan che si contendono proprio il Kashmir. Secondo l’Unicef sono 4 milioni i senzatetto e 120mila le persone con un disperato bisogno di assistenza umanitaria, di cui la metà bambini. Tre quarti degli ospedali e delle strutture sanitarie sono distrutte o gravemente danneggiate; oltre 10 mila edifici scolastici distrutti nel cui crollo sarebbero morti 17 mila studenti. Uragano «Stan»Migliaia i morti e quasi mezzo milione i senza tetto per l’uragano «Stan», abbattutosi all’inizio di ottobre su una fascia di paesi che va dal Messico meridionale a El Salvador: oltre un terzo delle vittime sono bambini. Il paese più colpito è il Guatemala, dove un intero villaggio con tutti i suoi 1.400 abitanti scompare sotto una gigantesca frana di fango. Muoiono anche 100 mila capi di bestiame. Il 30% dell’agricoltura è persa, il 75% delle infrastrutture distrutte. Un’emergenza nell’emergenza sono i circa 1.200 bambini rimasti orfani. Colpito pesantemente anche il Salvador, già messo a dura prova dall’eruzione del vulcano Ilamapetec.a cura di Claudio Turrini

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