La conferenza sul disarmo non ha un programma di lavoro da oltre 10 anni e la mancanza di volontà politica su questi temi è sconcertante. È la denuncia di mons. Celestino Migliore, intervenuto alla 63° sessione ordinaria dell’Assemblea Generale dell’Onu sul disarmo svoltasi il 6 ottobre. La persona umana ha detto Migliore nel suo intervento diffuso oggi dalla Sala stampa della Santa Sede – deve rappresentare il fine ultimo delle politiche pubbliche e proprio per questo il disarmo e la non proliferazione devono avere un approccio interdisciplinare o, ancora meglio, umano. Emerge inoltre un conflitto tra sicurezza e politiche militari ha continuato -, gli stati, e in particolare le grandi potenze, aspirano alla maggior libertà possibile in ambito nucleare nazionale e allo stesso tempo auspicano un controllo incisivo a livello regionale e internazionale. Questo spiega anche ha sottolineato lo scarso interesse nei confronti del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari e l’impossibilità di raggiungere il quorum per l’approvazione del trattato per la messa al bando dei test nucleari. Questo atteggiamento contraddice lo spirito stesso dell’Onu e non consente di gettare le basi per la costruzione di una pace solida e duratura. Dobbiamo invertire ha concluso – il trend di erosione del multilateralismo in campo di disarmo, regolazione e non proliferazione.Sir