La crescente richiesta di libertà e giustizia in Medio Oriente e nell’Africa del Nord e l’aumentata presenza dei social media offrono un’opportunità senza precedenti per un cambiamento favorevole ai diritti umani, ma questo cambiamento corre sul filo del rasoio. È quanto emerge dal Rapporto annuale 2011 di Amnesty International su La situazione dei diritti umani nel mondo, presentato ieri a Roma, alla vigilia del 50° anniversario dell’organizzazione. Nel 2010, Amnesty International ha documentato casi di tortura o di altre forme di maltrattamento in 98 Paesi (111 nel 2009), ha rilevato processi ingiusti in 54 Paesi e si è occupata di limitazioni illegali alla libertà d’espressione in almeno 89 Paesi (96 nel 2009)” si legge nel Rapporto edito in Italia da Fandango Libri. L’organizzazione ha inoltre chiesto il rilascio di prigionieri di coscienza in 48 Paesi, anche alla luce dei 23 Stati in cui hanno avuto luogo esecuzioni di condanne a morte (18 nel 2009). Cinquant’anni dopo che la candela di Amnesty International iniziò a fare luce sulla repressione, la rivoluzione dei diritti umani oggi è vicina a un cambiamento storico ha affermato Christine Weise, presidente della Sezione italiana dell’organizzazione.La gente sfida la paura. Persone coraggiose, guidate soprattutto dai giovani, scendono in strada e prendono la parola nonostante le pallottole, le percosse, i gas lacrimogeni e i carri armati. Questo coraggio ha spiegato Christine Weise -, insieme alle nuove tecnologie che aiutano le attiviste e gli attivisti ad aggirare e denunciare la soppressione della libertà di parola e la violenta repressione delle proteste pacifiche, sta dicendo ai governi repressivi che i loro giorni sono contati. Tuttavia, ha concluso la presidente di Amnesty Italia, è in corso una dura rappresaglia da parte delle forze della repressione. La comunità internazionale deve cogliere l’opportunità del cambiamento e assicurare che il 2011 non sarà una falsa alba per i diritti umani. Info: www.amnesty.it.Sir