L’Unione europea “non dedica adeguata attenzione ai diritti umani sia al proprio interno che nelle relazioni esterne”: è la constatazione di Amnesty international, formulata oggi a Roma durante la presentazione della “Valutazione semestrale di Amnesty International sulle politiche dell’Unione europea in materia di diritti umani”. Amnesty chiede al governo italiano, in occasione del semestre italiano di presidenza europea, “di essere protagonista della formulazione di una nuova agenda dell’Unione europea per i diritti umani”. Secondo l’organizzazione per i diritti umani l’Ue “non ha la capacità, se non la volontà, di reagire alle sfide dell’insicurezza e formulare una risposta coerente nei confronti di coloro che violano i diritti umani col pretesto della lotta al terrorismo”. Inoltre “si dimostra silente o profondamente priva di potere su alcune delle più radicate crisi dei diritti umani del mondo”, ad esempio in Afghanistan, Bosnia Erzegovina, Colombia, Iraq, Israele/ Territori Occupati e Repubblica Democratica del Congo. Vengono accertati anche un “cedimento di fronte alle pressioni degli Stati Uniti” per “indebolire la Corte penale internazionale” e alcuni “mancati impegni” all’interno dell’Unione europea: “politiche in materia di asilo dominate dal controllo”; “abusi dei diritti umani” in “tredici dei quindici Stati membri, Italia compresa”. Tra le principali raccomandazioni alla presidenza italiana quella di “guidare la stesura di una nuova agenda per i diritti umani che dia all’Unione europea il potere di: fronteggiare le più difficili crisi dei diritti umani nel mondo; non far venir meno la protezione dei diritti umani quando affronta il terrorismo e l’immigrazione illegale; creare un meccanismo di verifica relativo al rispetto dei diritti umani all’interno dell’Unione allargata”. Dal 1° luglio la sezione italiana di Amnesty International promuoverà, nell’ambito della campagna “Diritti in Europa”, l’invio di cartoline al presidente del Consiglio con queste richieste.Sir
