Italia

DIRITTI UMANI, COMITATO DENUNCIA: ITALIA SENZA «ISTITUZIONE INDIPENDENTE ED EFFICACE»

“L’Italia è uno dei pochi Paesi europei a non avere ancora una Istituzione nazionale per i diritti umani, ma al pari di tutti gli altri Stati “non è immune da rischi di violazioni”. Per questo le 50 organizzazioni della società civile che aderiscono al Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani hanno chiesto oggi a Roma che venga presto discusso e approvato il disegno di legge 247 (da esse sostenuto) per una Istituzione “indipendente, pluralista ed efficace”. E’ quanto è emerso a conclusione del workshop che si è svolto oggi a Roma, organizzato con l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, con la partecipazione di esperti e politici.

Oggi è stato annunciato alle 50 associazioni della società civile impegnate per i diritti umani, che il ddl 247 è stato assegnato alle Commissioni Affari costituzionali e Affari esteri ed emigrazione al Senato, per risolvere questo vuoto legislativo che vede l’Italia come uno dei pochi Paesi a non aver dato ancora attuazione alla risoluzione Onu del 20 dicembre 1993, che impegna gli Stati membri ad istituire un organismo nazionale “autonomo, con poteri, competenze e funzioni permanenti e non straordinarie”. Secondo il ddl 247 questo dovrebbe essere composto da 11 membri, rappresentanti delle ong, dei sindacati, di avvocati, ricercatori e giornalisti, docenti universitari ed esperti. I componenti durano in carica 5 anni ed eleggono un presidente. Tra i compiti dell’Istituzione, quello di ricevere segnalazioni relative a violazioni dei diritti umani, elaborare codici di condotta, creare un osservatorio, stilare relazioni sul rispetto dei diritti in Italia ed all’estero.

A conclusione del workshop Carola Carazzone, portavoce del Comitato, ha espresso soddisfazione per i passi in avanti compiuti oggi ma si è detta preoccupata della proposta, ventilata da un parlamentare per abbreviare i tempi, di “unire la discussione su questa Istituzione a quella già calendarizzata sul Garante per i diritti del detenuto”: “Questo ci spaventa perchè in una realtà come quella italiana, dove esisono già tanti Garanti, c’è il rischio di una ulteriore frammentazione e spaccatura. Mentre noi vogliamo che l’approccio ai diritti umani sia integrato e onnicomprensivo”. Prossimo passo, quindi, “tenere sotto controllo i politici perchè vengano accolte le nostre richieste”.Sir