Una speciale e corale preghiera per allontanare il più possibile da Prato gli effetti della grave crisi economica. L’ha disposta il Vescovo Gastone Simoni per la prima domenica di Avvento, 30 novembre. In tutte le chiese verrà letta una preghiera al termine delle messe per domandare «al Cristo, che ha conosciuto bene il lavoro nella sua vita, una speciale grazia: che il lavoro spiega il Vescovo tenga il più possibile, che siano scongiurati altri licenziamenti e chiusure di aziende». Sabato 29 novembre, alla vigilia di questa speciale giornata penitenziale e di preghiera, mons. Simoni celebrerà un messa in duomo: l’appuntamento è per le ore 18, con l’Eucaristia teletrasmessa da Tv Prato.Il tema del lavoro e della crisi economica che attanaglia particolarmente il distretto pratese, il principale centro tessile europeo, resta centrale nelle preoccupazioni della Chiesa locale. Mercoledì 19 novembre, in palazzo vescovile si è tenuta una riunione con i rappresentanti delle categorie economiche e delle istituzioni locali.La scorsa Pasqua mons. Simoni aveva affidato ai quotidiani locali un suo accorato appello. Riprendendo le famose parole di Gesù «Non di solo pane vive l’uomo», il Vescovo scriveva: «È chiaro ed è confermato dallo stesso Vangelo che anche di pane vive l’uomo! Anche di pane, e cioè di lavoro, di beni economici, di dignità effettivamente riconosciuta, di convivenza giusta, solidale e in pace, oltre che di un ambiente morale e materiale non inquinato e bello. Ma anzitutto c’è bisogno di lavoro, di pane e di casa». E proseguiva: «È per questo che non ci si può rassegnare alle condizioni precarie e pesanti di troppe persone e famiglie». L’appello costituiva anche un monito chiaro: «È un grave peccato di omissione di mancato soccorso, direi star solo a guardare. Tanto più a Prato, dove annotava Simoni – ci sono ricchezze e c’è tuttora, nonostante la crisi, un benessere tale da rendere possibile se si vuole metterci insieme per salvare da disagi drammatici famiglie e persone nostre concittadine, che talvolta sfiorano la disperazione».