Un grande inventario di tutte le opere d’arte presenti nelle chiese fiorentine: questa l’iniziativa che l’Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori ha annunciato oggi, incontrando il clero diocesano nell’assemblea di apertura del nuovo anno pastorale. In una delle diocesi italiane più ricche di beni artistici (basta pensare a nomi come Michelangelo, Donatello, Brunelleschi che a Firenze hanno vissuto ed operato) monsignor Betori ha sottolineato la necessità di «salvaguardare un patrimonio importantissimo che ci viene dai nostri padri e che dobbiamo evitare che vada disperso o decada per incuria». E il presupposto di questa salvaguardia, ha spiegato, «è la conoscenza di quanto abbiamo ricevuto in custodia. A ciò si collega poi la valorizzazione, sia in funzione culturale sia, ed è la più importante per noi, in funzione pastorale, essendo questi beni un patrimonio di fede e di contenuti religiosi di altissimo valore, ai quali fare riferimento per le nostre proposte di evangelizzazione». Il lavoro di catalogazione (che fa riferimento a un progetto ideato nel 1996, coordinato dall’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici della Cei) partirà tra dicembre e gennaio, durerà circa 5 anni e sarà seguito dal diacono Alessandro Bicchi.Durante l’incontro, Betori ha anche fatto il punto dopo quasi un anno di episcopato fiorentino: proprio nel settembre del 2008 infatti veniva annunciata la nomina dell’allora Segretario generale della Cei ad Arcivescovo di Firenze. L’attenzione alla Bibbia è uno dei temi su cui l’Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori ha puntato fin dall’inizio del suo ministero episcopale: «Sono entrato in diocesi, un anno fa, giusto nel giorno in cui a Roma si concludeva l’assemblea del Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio. Ho cercato da subito di dare continuità a quanto emerso nei lavori dell’assemblea, dedicando a questo tema la lettera alle famiglie in occasione dell’annuale benedizione e, mi sembra, la cosa è stata ben accolta dai destinatari. Anche la pubblicazione della nuova traduzione della Bibbia a cura della CEI, con la conseguente nuova edizione dei lezionari, è stata ed è una provvidenziale occasione per rilanciare la presenza della Bibbia nelle case e il suo ruolo nelle comunità; qualche iniziativa specifica in merito meriterebbe di essere studiata». A questo proposito, Betori ha ricordato una iniziativa particolare che a Firenze è attiva ormai da 18 anni (nata a seguito del Sinodo diocesano), ossia la presenza capillare di gruppi biblici che ogni anno si confrontano con un diverso libro della Bibbia, seguendo schede biblico-catechistiche preparate dall’ufficio catechistico diocesano. «Un’iniziativa ha affermato l’Arcivescovo – che reputo provvidenziale e che dobbiamo impegnarci a migliorare e a sempre più divulgare». Le schede di quest’anno sono dedicate agli Atti degli Apostoli: un testo che a Betori è particolarmente caro e per il quale, infatti, ha voluto contribuire personalmente nella stesura dell’introduzione. Al volume per la catechesi degli adulti si accompagna, dall’anno scorso, anche un libretto realizzato dall’Ufficio catechistico insieme al Centro missionario diocesano, che già l’anno scorso è stato utilizzato da una cinquantina di gruppi costituiti in gran parte da giovani (volontari del centro missionario, della Caritas, studenti universitari ).L’assemblea del clero della diocesi di Firenze è stata anche l’occasione per alcune considerazioni sulla situazione pastorale della diocesi «segnata in particolare ha affermato l’Arcivescovo Giuseppe Betori – dalle conseguenze derivanti da una parte dalla diminuzione del clero». Di fronte a questa situazione, ha proseguito, «Occorre passare dagli interventi sporadici a una visione complessiva dei problemi. Occorre in ogni caso liberare i preti dal crescente peso delle celebrazioni fatte a catena di montaggio e restituirli al loro ruolo di pastori della comunità e guide spirituali di essa». L’Arcivescovo ha sollecitato esperienze di collaborazione pastorale; in quest’ottica ha illustrato anche la decisione di aprire a Scandicci una sezione missionaria del nostro Seminario arcivescovile, che accoglierà giovani provenienti dall’esperienza del cammino neocatecumenale. Betori ha ricordato anche l’Anno sacerdotale che deve anche essere, ha detto, un’occasione «perché possa crescere l’amore di tutti per il sacerdozio cattolico e si crei un contesto favorevole per quanti il Signore chiama a seguirlo in questo ministero ordinato».Nuove nomine in diocesi