Cultura & Società

DIOCESI DI FIRENZE, 5 ANNI PER CATALOGARE TUTTO IL PATRIMONIO STORICO E ARTISTICO

L’Arcidiocesi di Firenze ha iniziato l’inventario di tutti i suoi beni culturali ecclesiastici mobili. Il progetto già operativo e con le sue complesse fasi di realizzazione e’ stato presentato oggi a Firenze in arcivescovado da monsignor Claudio Maniago, vescovo ausiliare di Firenze e responsabile per i beni culturali della diocesi. “Si tratta – ha detto mons. Maniago – di un imponente lavoro che speriamo di concludere in cinque anni dopo aver raccolto oltre 140mila schede provenienti da quasi mille edifici ecclesiastici presenti sul territorio diocesano”.L’investimento annuale previsto per la diocesi sarà di oltre 300mila euro tramite fondi dell’otto per mille, risorse proprie ed anche un contributo, piccolo per consistenza finanziaria ma significativo per la condivisione del progetto, delle singole realtà inventariate. “L’impegno lavorativo e finanziario per noi è davvero consistente – ha proseguito mons. Maniago – ma è poca cosa rispetto agli obiettivi che vogliamo fermamente raggiungere: innanzitutto un vero e definitivo inventario di quello che dobbiamo custodire e valorizzare come eredità di chi ci ha preceduto, poi contribuire anche noi alla realizzazione dell’inventario ecclesiastico nazionale dei beni artistici e storici delle diocesi italiane lanciato dalla Cei”. Il lavoro, impostato secondo i criteri standard previsti per il catalogo nazionale, è cominciato il 14 ottobre con le prime uscite di prova. Le prossime parrocchie visitate saranno quelle del vicariato di san Giovanni che corrisponde a gran parte del centro storico di Firenze La progettazione dell’inventario è stata realizzata dalla società informatica h24.it ed ha previsto la costituzione di un gruppo di lavoro con i relativi responsabili di settore: il responsabile scientifico del gruppo è Bruno Santi, ex soprintendente per i beni storico artistici di alcune province toscane, il responsabile diocesano è il diacono Alessandro Bicchi mentre Giovanni Delogu curerà l’aspetto tecnico. Il lavoro «sul campo» sarà curato da tre squadre di rilevatori, composte da quattro persone ciascuna, che nell’arco di cinque anni avranno il compito di girare tutte le chiese, gli oratori e le cappelle della diocesi per inventariare arredi sacri, quadri, oggetti per il culto ma anche affreschi, fregi e decorazioni.