Vita Chiesa

DIOCESI DI FIESOLE, UNA SETTIMANA DI «RICONCILIAZIONE»; MONS. GIOVANNETTI: LA POLITICA SIA OCCASIONE DI DIALOGO E NON DI CONTRAPPOSIZIONE

La Diocesi di Fiesole vivrà, nella settimana che va da domenica 1° novembre a domenica 8 novembre, un tempo di preghiera per la “riconciliazione”. La proposta – maturata nella riflessione del Consiglio presbiterale e poi condivisa dal Direttivo del Consiglio pastorale diocesano – vuole essere un modo per dire una parola sulla delicata situazione che si è creata, soprattutto in alcune comunità parrocchiali, in rapporto alle contrapposizioni che dividono i membri delle comunità in relazione ai diversi schieramenti politici. E’ stata scelta questa settimana perché coincide con la solennità di Tutti i Santi e la commemorazione dei fedeli defunti, due ricorrenze che parlano con forza di comunione, quella dei santi, che già condividono la gloria di Dio, e quella delle anime sante del Purgatorio, in cammino verso la piena comunione con Dio. Il senso dell’iniziativa è spiegato in un messaggio – “Lasciamoci riconciliare con Dio” – scritto dal vescovo Luciano Giovannetti alla Diocesi. Pubblichiamo integralmente il testo del messaggio.

Le nostre comunità parrocchiali sono state attraversate, in questi ultimi tempi, da non poche lacerazioni, che rispecchiano in gran parte la situazione ecclesiale di questo momento, specialmente riguardo al clima politico che si respira in Italia. Tanto è vero che le contrapposizioni si sono rese più evidenti laddove si sono svolte di recente le elezioni amministrative. Le legittime appartenenze dei cattolici a schieramenti politici diversi, anziché offrire l’opportunità di un confronto serio e responsabile, hanno invece dato luogo a personalismi, offese, reciproche scomuniche, spingendo alcuni a prendere addirittura le distanze dalle proprie comunità cristiane.Si tratta di una situazione che desta viva preoccupazione, e che non può essere trascurata o ignorata, dal momento che, come ammonisce l’apostolo Paolo, la mancanza di comunione mina alla radice l’esistenza stessa della Chiesa. Senza la comunione ecclesiale, infatti, viene meno la credibilità della nostra testimonianza evangelica e la stessa partecipazione all’Eucaristia domenicale diviene inutile o perfino dannosa: «Chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna» (1Cor, 11,27-29). Considerando, dunque, urgente recuperare le nostre comunità a uno stile di autentica comunione ecclesiale, riteniamo necessario rivolgere un pressante e caloroso invito a tutti i fedeli perché si impegnino seriamente in un cammino di dialogo e di riconciliazione. Ancora con san Paolo, anche noi «vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio».In primo luogo, suggeriamo a tutti di dare spazio a un sereno e approfondito esame di coscienza, che ci aiuti a verificare il modo di pensare e di operare personale e comunitario alla luce del fondamentale principio formulato da sant’Agostino: «In ciò che è necessario ci sia unità, in ciò che è opinabile la libertà, in tutto vi sia la carità». È questa la regola d’oro per poter agire con spirito comune in un contesto di complessità e di pluralismo. È poi altrettanto urgente impegnarci seriamente e umilmente nella formazione delle coscienze. Solo attraverso una conoscenza approfondita e meditata della parola di Dio, unita a una vita sacramentale e di preghiera intensa e assidua, diventa possibile alimentare una visione di fede autentica e integrale, in cui tutti gli aspetti della rivelazione cristiana sono messi al centro dell’essere e dell’agire del credente e dove trova spazio una sapiente rilettura del grande patrimonio culturale della Chiesa e del suo magistero sociale.Come abbiamo riflettuto nel corso dell’ultimo Congresso eucaristico diocesano, l’Eucaristia è il segno per eccellenza dell’unità e il vincolo della carità. È dunque a partire dall’Eucaristia che è possibile coltivare e incrementare la comunione ecclesiale, sia sotto l’aspetto del significato, sia riguardo alle sue diverse espressioni di vita. In particolare, dalla partecipazione alla Messa domenicale occorre far scaturire il modo di pensare e di vivere la propria fede in Gesù Cristo e nella Chiesa, prendendo ogni volta coscienza di ciò che l’Eucaristia esige da ciascuno e dalla comunità che la celebra, riguardo all’impegno della carità, del servizio, della riconciliazione, della solidarietà e dell’autentica fraternità.Perché questo appello sia accolto dai fedeli e sia fatto oggetto di seria riflessione, la nostra comunità ecclesiale intende porre l’invito alla comunione e alla riconciliazione nel cuore della celebrazione della Solennità di Tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti: con il suggerimento di proseguire la riflessione e la preghiera per tutta la settimana successiva, fino a domenica 8 novembre. Celebrando Tutti i Santi, contempliamo il mistero della comunione già realizzato nella Gerusalemme celeste. Commemorando i fedeli defunti, noi preghiamo affinché il Signore li accolga tutti presso di sé, chiedendo a Dio che li conduca presto alla perfetta comunione con sé e con i fratelli. E guardando a loro possiamo sentirci non solo stimolati, ma anche accompagnati e aiutati nel cammino che ancora stiamo percorrendo qui in terra, affinché possiamo essere anche noi fin d’ora un cuor solo e un’anima sola. Una comunione da costruire giorno per giorno, aprendoci gli uni agli altri sotto la spinta dell’amore che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù.

+ Luciano, vescovo