Fiesole

DIOCESI DI FIESOLE: REGISTRO DEI TESTAMENTI BIOLOGICI SULL’ONDA IDEOLOGICA

Dopo Pisa, Firenze, Livorno e Massa – per limitarsi alle grandi città della Toscana – anche il Comune di Fiesole ha deciso di dotarsi del registro dei testamenti biologici, ovvero l’elenco in cui i cittadini potrebbero depositare le dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari e all’idratazione e alimentazione. A questa decisione si è giunti con l’approvazione dell’ordine del giorno presentato dal gruppo di Rifondazione comunista martedì 20 ottobre scorso in Consiglio Comunale. La Curia della diocesi ha deciso di prendere posizione su questa situazione.

La Curia della Diocesi di Fiesole si trova costretta ad esprimere rammarico e preoccupazione riguardo all’approvazione in Consiglio Comunale della mozione presentata dal «Laboratorio della Sinistra Rifondazione Comunista» relativa all’istituzione del registro di raccolta dei testamenti biologici.Dispiace che anche la città di Fiesole si sia allineata con l’onda ideologica che, a proposito di gravi questioni di ordine etico e antropologico, non mira tanto a favorire un serio confronto culturale e un competente dibattito giuridico-legislativo, ma a generare solo confusione e a sostituire l’impegno civile con la propaganda.Anziché impiegare energie a cercare consensi per un atto giuridicamente inutile, la cui materia rientra nella competenza del legislatore nazionale, vorremmo auspicare più opportune convergenze su importanti progetti di ordine culturale e sociale, così come si conviene ad un luogo come Fiesole, o sulle vere urgenze di ordine amministrativo.Questa scelta non favorisce il confronto serio e corretto con i diversi soggetti presenti sul territorio, a cominciare dai cittadini e dalle loro diverse aggregazioni, né quello spirito di sereno dialogo e di fattiva collaborazione tra la comunità civile e la comunità ecclesiale, mediante il quale è possibile tutelare insieme, sempre e dovunque i diritti dei poveri e dei più deboli.La Diocesi di Fiesole sente di poter affermare questo non solo a parole o per questioni di principio, ma anche per la significativa esperienza di accoglienza e di accompagnamento di molteplici realtà sofferte, resa possibile dalla diffusa rete dei centri e delle case di accoglienza, della Caritas, delle Misericordie e di tanto volontariato.Non è questo un titolo di merito, ma solo una sottolineatura che invita a cercare migliori occasioni di incontro e l’apertura di una nuova stagione civile che davanti alle grandi sfide della modernità preferisce la pazienza della riflessione comune alla solitudine dell’ideologia o del calcolo di parte.