Tv Prato va sul digitale terrestre. E dal 18 novembre – data del cosiddetto swicth off – si potrà trovare e vedere al numero 74 del telecomando. L’ultima settimana di ottobre rimarrà nella storia più che trentennale dell’emittente pratese, l’unica che trasmette dai confini provinciali nonché leader incontrastata degli ascolti, nel territorio locale, tra tutte le tv locali toscane. Martedì 25 ottobre, infatti, il Ministero per lo sviluppo economico, pubblicando la graduatoria regionale per l’assegnazione dei diritti d’uso relativi alle frequenze radiotelevisive, ha attribuito a Tv Prato il ruolo di operatore di rete digitale e assegnato la relativa frequenza. Due giorni dopo, sulla base di una diversa graduatoria, il Ministero ha provveduto anche ad assegnare alla nostra emittente il numero cosiddetto «Lcn» che, dalla data dello swicht off, contraddistinguerà il canale assegnato a Tv Prato: si tratta del 74. Inizialmente il ministero aveva attribuito alla rete un altro numero di canale, l’85, poi nel giro di poche ore da Roma è arrivata una nuova comunicazione. Dunque sul telecomando il numero da comporre è il 74. Un numero semplice da ricordare e da digitare sul telecomando. Inizia ora la campagna per informare gli utenti della novità, mentre prosegue a ritmi serrati il lavoro di digitalizzazione degli impianti di trasmissione che dovrà essere completato in poco più di due settimane.L’ottenimento della frequenza rappresenta uno storico risultato per l’emittente pratese che potrà esercitare così il doppio ruolo previsto dalla normativa in materia: essere operatore di rete, col relativo mux di canali (tv multicanale) e, allo stesso tempo, essere «fornitore di media audiovisivi», cioè produrre e mettere in onda programmi. Oltre al canale principale – quello appunto al numero 74 – Tv Prato si è vista assegnare infatti altri due canali, che saranno attivati in un momento successivo allo switch off.La domanda era stata proposta il 22 settembre scorso dalla società Tv Prato 39 srl congiuntamente ad altre quattro emittenti toscane, così come reso possibile dal bando ministeriale: Teletruria (Arezzo), Canale 39 Versilia, Canale 39 Lucca (Lucca), Telecentro 2 (Livorno). Nella graduatoria regionale la domanda di Tv Prato è risultata al 14° posto (inizialmente al 18°, per un altro errore – prontamente corretto – del Ministero). Fondamentale in questo impegno è risultata la collaborazione con l’associazione nazionale di categoria Aeranti – Corallo, di cui Tv Prato fa parte, e in particolare il coordinamento del consigliere delegato Alessia Caricato, del presidente Luigi Bardelli, e la consulenza legale dello Studio Rossignoli di Ancona.«Questo traguardo – afferma il presidente e direttore responsabile di Tv Prato Gianni Rossi – è stato sofferto, a causa dell’improvviso e grave cambio della normativa da parte del Governo, ma non fa che riconoscere il ruolo che la nostra emittente svolge fin dal 1977 sul territorio e il radicamento che da sempre la caratterizza nella popolazione della nostra provincia. Siamo molto contenti. Ora inizia un nuovo cammino, per cui stiamo lavorando da tempo». I tempi per la digitalizzazione degli impianti sono ristretti e in via Roma non si nascondono le difficoltà: «La legge prevede che tra l’assegnazione delle frequenze e lo switch off debbano intercorrere tre mesi. Invece il bando ci costringe a digitalizzare gli impianti di trasmissione in quindici giorni. Una situazione incredibile, ma ci stiamo impegnando al massimo».La soddisfazione per il grande traguardo raggiunto non fa però dimenticare l’amarezza per la grave penalizzazione che, prima l’anticipo di un anno del passaggio al digitale, poi l’improvviso cambio di normativa, hanno voluto infliggere al sistema radiotelevisivo locale, da ultimo con la sottrazione di 9 frequenze assegnate alle emittenti del territorio. Per questo motivo, in Toscana, molte tv non hanno ottenuto il diritto d’uso. «Senza dire – aggiunge Rossi – delle gravi difficoltà a cui siamo sottoposti, a cominciare dalla drastica riduzione dei tempi per operare lo switch off. Una situazione inaccettabile, fuori dalla certezza del diritto e dal principio della libertà economica».