Vita Chiesa
Dieci giovani apostoli, pronti a evangelizzare
di Francesca Lippi
Dieci giovani hanno detto «sì» alla missione, durante la celebrazione di «invio» effettuata da padre Daniel Ange e altri confratelli nella piccola chiesa di Mucciano, accanto alla scuola di evangelizzazione delle Sentinelle del Mattino di Pasqua, a pochi Km. da Borgo S. Lorenzo in Mugello. Canti, chitarre e jambè, fiori, applausi e una gioia palpabile hanno invaso la piccola chiesa gremita di parenti e amici, siglando la fine di un anno di preparazione che condurrà questi ragazzi, come apostoli, ad evangelizzare nelle strade, nelle discoteche, sulle spiagge, altri giovani loro coetanei.
Padre Daniel Ange, il monaco francese a cui si ispira questa esperienza nuova per l’Italia, è apparso affaticato, ma la forza e il carisma che lo contraddistinguono, con il suo umorismo contagioso, sono rimasti immutati.
Vogliamo fare un bilancio di questo anno?
«Dopo venticinque anni di vita della nostra scuola, nella quale sono passati cento giovani, in Francia, in Polonia o qui a Mucciano, penso che l’esperienza mostra che questo bellissimo anno serve a mettere le radici nel cuore di Gesù, nella terra della Chiesa, tutte le tempeste della vita non possono strappare questi giovani dal cuore di Gesù».
In chiesa lei ha citato una frase di Giovanni Paolo II: «Non abbiate paura». Quali sono le cose che fanno più paura ai giovani?
«Paura di impegnarsi. I giovani hanno paura di questo, di impegnarsi nel matrimonio, nella vita consacrata, nel sacerdozio. E una piccola paura è quella di darsi al Signore, perché per loro è una cosa nuova. I giovani di oggi non hanno questo timore, sono raggianti per la gioia di Gesù in questa esperienza bellissima che durerà tutta la vita. Questo per loro è un allenamento alla vita sociale, fraterna, dopo questa preparazione potranno seguire le loro vocazioni: per il matrimonio, il seminario».
Lei ha fatto un appello perché arrivino nuovi giovani
«Sì, perché voglio che tutti i giovani cristiani possano fare questa esperienza e conoscere questa felicità».
Adesso lei parte e dove va?
«Nella nostra scuola in Francia sabato prossimo ho l’invio della missione per la vita di 26 giovani, con il nostro vescovo».
È difficile l’approccio con i ragazzi in Toscana?
«No, non solo in Toscana, dappertutto! Ma i giovani sono i primi apostoli, perché hanno un piede nel continente della giovinezza ed uno in quello della Chiesa e sono loro che fanno da ponte per unire due continenti che sono separati».
Cosa le chiedono i giovani, quando vengono a parlare da lei, il problema più grosso che le espongono?
«Ma sì, il problema dell’amore, della sessualità, è il primo problema dei giovani, in tutti i tempi».
Mi scusi padre, ma oggi già alle medie i ragazzi hanno rapporti sessuali..
«Sì, è questa la prima emergenza, bisogna dare una nuova impostazione all’amore, dare un annuncio dove si mostra la bellezza della sessualità ma anche le conseguenze terribili, come le malattie, le sofferenze, le morti se questa viene condotta in modo selvaggio. Occorre un’ecologia della sessualità per rispettare il corpo, la creazione, tutti sono nella coscienza di rispettare la natura, ma non c’è ecologia per il nostro corpo, per quello della donna e dei bambini. Corpi che vengono violati con conseguenze terribili. Invece la bellezza sta nell’amore nella luce di Gesù, nella fedeltà. Nelle nostre scuole su sessantotto che si sono sposati, dopo vent’anni, solo due coppie si sono separate, questo è un bellissimo frutto, soprattutto per i futuri bambini che hanno bisogno di entrambi i genitori. L’egoismo della nostra società spesso dimentica i bambini».