Vita Chiesa
Diario di viaggio: la Cattedrale e il labirinto
Avvicinandomi ad essa, mentalmente ripasso le varie cattedrali italiane e toscane in particolare, quasi più per un confronto che per un arricchimento.
Sono arrivato. Non mi sbagliavo, la porta centrale è la replica in bronzo della porta del Paradiso realizzata dallo scultore rinascimentale Ghiberti per il battistero della cattedrale di Firenze. Sono orgoglioso e mi sento un pò a casa.
Entro. La prima «cosa» che subito si nota, proprio al centro dell’ingresso, è il battistero e a lato una enorme statua di San Francesco con le braccia aperte in segno di benvenuto. Ma con sorpresa tutte le indicazioni portano il turista, credente o meno, a scoprire il «Labirinto» che si trova oltre il fonte battesimale, all’inizio della navata centrale.
È una grande decorazione su moquette che riprende, almeno così sembra, un disegno del pavimento medioevale della cattedrale di Chartres. Un labirinto ad unico sentiero che simboleggia il viaggio dell’anima e lo si percorre per approfondimento spirituale e per guarire. Lo avverto come qualcosa di estraneo per una cattedrale (anche se il riferimento a Chartres mi trova impreparato) e mi fermo, incuriosito, a guardare.
Due ragazze, senza alcun dubbio di origine asiatica, si tolgono le scarpe e con gli occhi socchiusi iniziano a camminare lentamente seguendo il percorso tracciato. Penso: stanno pregando? Stanno meditando? Stanno riflettendo? Sono in ricerca? Sono in ascolto? Che cosa stanno facendo in realtà?
Credo che il labirinto per un cattolico sia la Parola di Dio che va ascoltata con la coscienza di avere una vocazione e di essere parte di un disegno ben diverso da quello di un labirinto. Mi viene un dubbio. Torno all’ingresso e leggo meglio: Grace Cathedral Episcopal Church. Quell’«Episcopal» non è un riferimento al vescovo ma è la denominazione di una chiesa membro della comunione Anglicana mondiale. Mi sento sollevato, non è una cattedrale cattolica e io che pensavo…
La differenza? Sarà una sorpresa!