Essere donna oggi nell’Islam e nella Chiesa cattolica: su questo tema si è svolto ieri sera a Roma, presso la sede legale dell’Azione cattolica italiana, un incontro che ha visto ospiti una delegazione iraniana di teologhe e donne impegnate nella società civile. Con il patrocinio dell’ambasciata della Repubblica islamica dell’Iran presso la Santa Sede, l’iniziativa è stata promossa dall’Ac in collaborazione con il Coordinamento teologhe italiane, e prevede in questi giorni diversi appuntamenti alcuni dei quali in università pontificie. Partendo dal rispetto delle reciproche differenze religiose il contributo che le teologhe dei due Paesi possono dare per costruire una cultura della pace e dell’accoglienza è importante: questa l’idea che accomuna la delegazione iraniana e le teologhe italiane. Credo che insieme alle teologhe di tutto il mondo dobbiamo creare una corrente religiosa femminile per la difesa dei valori, ha affermato l’iraniana Fariba Allasvand. Marinella Perroni, presidente del Coordinamento teologhe italiane, conferma: non è un’utopia creare una piattaforma di valori comuni a partire dalla quale interrogarsi su questioni precise come la pace. Tema centrale del confronto di ieri è stato il ruolo della donna nella famiglia e nella la società nei due Paesi esaminando il contributo delle religioni. Tahere Nazari, capo della delegazione iraniana, ha detto che coniugare il ruolo di madri con quello sociale di donne impegnate per lo sviluppo del Paese è la maggiore sfida che ha caratterizzato le donne dell’Iran negli ultimi 30 anni. Alla teologa italiana Marinella Perroni, è toccato invece affrontare il tema dell’essere donna nella Chiesa cattolica oggi. La nostra società occidentale – ha detto -, troppo spesso bollata come secolarizzata, è in realtà fortemente segnata dalla ricerca di Dio e dal bisogno di affrontare in modo nuovo le questioni della vita. Tutto ciò fa capire perché le teologhe donne possano diventare una grande una risorsa sociale per il futuro.Sir