Vita Chiesa
Dialogo Islam: Card. Tauran, «non competitori, ma pellegrini verso la verità»
Promosso dal Ccee, vescovi e delegati si stanno confrontando sullo stato del dialogo con l’islam in Europa guardando soprattutto alle nuove generazioni di musulmani. Ieri sera, la Baronessa Sayeeda Hussain Warsi, ministro per la Fede e le Comunità – Ufficio estero e Commonwealth, ha incontrato i partecipanti nel corso di una cena informale. Intervenendo nella sessione di apertura, il card. Tauran ha ricordato l’importanza, nel dialogo tra cristiani e musulmani, della visita di Benedetto XVI in Libano, con l’incontro con i capi religiosi musulmani e la creazione del Centro Inter-fede di Vienna «che potrà essere un nuovo canale da usare per denunciare la violazione della libertà religiosa e nello stesso tempo incoraggiare e condividere esperienze positive».
Nella sessione di apertura dei lavori è intervenuto anche l’arcivescovo di Bordeaux, Jean-Pierre Ricard. «Il paesaggio internazionale – ha detto – è stato ampliamente modificato a seguito delle ‘primavere arabe’ d’Egitto e di Tunisia, della guerra in Libia, dell’esplosione siriana e le sue ripercussioni in tutto il Medio Oriente». Per il cardinale di Bordeaux, questi cambiamenti non sono «senza ripercussione nelle opinioni pubbliche dei nostri Paesi europei». In Europa, esistono varie forme di dialogo interreligioso: il «dialogo della vita quotidiana», quello «delle opere» attraverso il quale si collabora in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, quello dello scambio teologico e infine, il dialogo dell’esperienza religiosa «nel quale persone radicate nella loro propria esperienza religiosa condividono le loro ricchezze spirituali».
Nella relazione introduttiva don Andrea Pacini, segretario della commissione per l’ecumenismo e il dialogo del Piemonte-Valle d’Aosta, ha detto che «dialogo e annuncio sono entrambi legittimi e necessari. Sono intimamente legati ma non interscambiabili: d’una parte il vero dialogo interreligioso suppone da parte del cristiano il desiderio di fare conoscere e di amare sempre più Gesù Cristo; e dell’altra, l’annuncio di Gesù Cristo deve essere fatto nello spirito evangelico del dialogo, senza aggressività e senza disprezzo». Insomma per Pacini, l’atteggiamento che sintetizza dialogo e annuncio è la testimonianza.