Come configurare oggi l’incontro con i musulmani d’Europa? E’ la domanda che ha fatto da sfondo ai lavori del Comitato per le relazioni con i musulmani in Europa (Crme) che si è riunito a Monaco di Baviera dal 19 al 21 gennaio 2009. Questo Comitato, creato nel 1986, è sostenuto dalla Conferenza delle Chiese europee (Kek) e dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee). Con l’incontro di Monaco si conclude il mandato della durata di 6 anni. Composto in modo paritario, il Comitato conta attualmente 15 membri provenienti da 12 Paesi europei e da Chiese diverse. Alle riunioni del Crme prendono parte anche un inviato della Santa Sede e del Consiglio ecumenico delle Chiese. Il mandato consisteva nella preparazione di orientamenti per le Chiese e nell’elaborazione, assieme ai musulmani, di posizioni comuni riguardo a questioni che sorgono nel contesto socio-politico in cui viviamo. Durante l’ultima riunione del Comitato si è parlato dell’adozione del documento di lavoro Reazione ad una nuova realtà: musulmani d’Europa e la formazione di religiosi e collaboratori pastorali. Il Comitato Ccee/Kek aveva già affrontato l’argomento nel corso del primo mandato e nel 1991 aveva presentato delle raccomandazioni. Negli ultimi anni la geografia religiosa è molto cambiata osserva una nota del Ccee -. I musulmani si sono organizzati, dispongono di centri religiosi ed in tutti i Paesi europei si è impegnati a definire modalità adeguate per la formazione di imam ed insegnanti di religione. Il nuovo documento illustra i cambiamenti osservati e propone orientamenti relativi alla modalità con cui la formazione teologica odierna dovrebbe recepire tali cambiamenti. L’altro punto fondamentale trattato dal Comitato riguarda la relazione d’attività e le raccomandazioni relative al futuro lavoro del Comitato. E’ stato osservato che la Conferenza cristiano-musulmana svoltasi dal 20 al 23 ottobre a Malines/Bruxelles sul tema Essere cittadino europeo e credente ha dato importanti impulsi per il lavoro futuro. La società europea è diventata multireligiosa conclude la nota – ed in questo nuovo contesto cristiani e musulmani devono testimoniare la loro fede in un unico Dio per responsabilmente contribuire, con questa loro fede, alla costruzione della società.Sir