Vita Chiesa

DIACONI PERMANENTI (CONVEGNO COP): LA NUOVA FRONTIERA DELLE UNITA’ PASTORALI

“Solo un diacono permanente su dieci esercita il suo ministero in una parrocchia senza prete residente mentre 8 diaconi su 10 svolgono il loro ministero quasi esclusivamente nella propria parrocchia”. L’ha detto mons. Valentino Grolla, docente di teologia pastorale a Vicenza intervenendo al convegno del Cop (Centro Orientamento Pastorale), che si chiude oggi ad Assisi sul tema: “Diaconi permanenti in una chiesa missionaria”. Nell’esperienza sempre più diffusa delle unità pastorali che riuniscono parrocchie senza sacerdote residente, i diaconi permanenti (circa 2.700 in Italia) possono trovare una “nuova frontiera” per “esprimere il senso missionario della chiesa nelle realtà umane e sociali più povere e decentrate”. Favoriscono così “il passaggio da comunità centralizzate attorno al prete a comunità sempre più responsabili, missionarie, articolate, decentrate, inserite come fermento nel contesto sociale”.

In queste realtà, ha proseguito Grolla, il diacono permanente non deve tuttavia correre il rischio di “fare quello che faceva il prete eccetto la celebrazione dell’eucarestia e del sacramento della Riconciliazione”, ma stimolare nella comunità lo spirito di “accoglienza”, di dialogo di incontro con le persone, anche con i “lontani” e i “cristiani della soglia”. Nelle unità pastorali, ha sottolineato ancora il relatore, “c’è bisogno di chi anima la comunità con l’informazione e il mantenimento di tradizioni religiose e civili, di chi prepara ai sacramenti, soprattutto dell’iniziazione cristiana, di chi promuove la catechesi, convoca la preghiera e la guida anche durante la settimana, di chi prepara la liturgia domenicale, di chi presta attenzione ai malati e alle situazioni di povertà, assicura la distribuzione dell’eucarestia, provvede all’animazione missionaria, cura l’apertura e la manutenzione della chiesa e del suo decoro, si preoccupa anche di un’animazione cristiana della realtà temporali, e partecipa all’esigenza della vita civile”.

No, dunque, al diacono come “ministro aggiunto”, subordinato la sacerdote o funzionale ad un ruolo “di supplenza sullo sfondo della carenza dei preti”. Sì, invece, al diacono che promuove “ministerialiatà laicali nelle singole parrocchie che formano l’unità pastorale”.Sir