Italia
Di stanza in Toscana i sei militari uccisi in Afghanistan
Il presidente del Consiglio regionale della Toscana Riccardo Nencini, ha deciso di sospendere per due giorni tutte le attività istituzionali dell’assemblea già previste. Nencini ha inoltre disposto da subito che nel Palazzo del Consiglio regionale sia esposta la bandiera a mezz’asta. «Immenso dolore» e «grande turbamento» è stato espresso dal presidente della Regione, Claudio Martini, che ha rivolto ai familiari delle vittime «il profondo cordoglio mio e di tutti i cittadini toscani».
La bandiera tricolore sulla piazza d’Armi della caserma «Bandini» di Siena, dove ha sede il 186° reggimento della Brigata Folgore, è stata calata a mezz’asta in segno di lutto. A mezz’asta anche le bandiere del Comune e della Provincia di Siena. In visita alla caserma senese si sono subito recati il sindaco di Siena, Maurizio Cenni, e il presidente della Provincia, Simone Bezzini. Oggi è un giorno di lutto e di dolore per tutti. Vogliamo esprimere il più profondo cordoglio e vicinanza, anche a nome delle nostre amministrazioni hanno detto il sindaco e il Presidente della Provincia – alle famiglie dei soldati, all’Esercito e al 186° reggimento, che oggi piangono la perdita di queste giovani vittime del terrorismo. Il 186° reggimento continuano Cenni e Bezzini – paga oggi un tributo di sangue altissimo, perdendo sei soldati, impegnati, in una missione di pace, a svolgere il loro dovere, al servizio del nostro Paese ma soprattutto dei civili afghani. Il Comune e la Provincia di Siena sono impegnati già da alcuni anni, insieme alla Folgore, in progetti di cooperazione, a favore della popolazione afghana. Oggi, più che mai, rinnoviamo al Comandante Tenente Colonnello del reggimento, Aldo Zizzo la nostra massima collaborazione e sostegno, con la volontà di proseguire il percorso avviato e di onorare quelle che sono state le vittime di un attacco vile.
In visita alla Caserma si è recato nel pomeriggio anche l’assessore toscano alla cooperazione Massimo Toschi, che si è fatto interprete dell’affetto e del cordoglio che la Toscana tutta prova oggi verso la Folgore così duramente colpita: «Ho condiviso con il comandante della Bandini, il colonnello Benito Milani, – ha detto Toschi – il ricordo della mia visita a Kabul nell’estate del 2006, su invito dell’ambasciata italiana, per esplorare la possibilità di attivare progetti di cooperazione, e la consapevolezza della pericolosità che mi trasmise percorrere proprio la strada teatro oggi di questo ennesima carneficina». L’assessore si è poi recato in località Badesse, dove risiedeva il tenente Fortunato, comandante del convoglio colpito dall’autobomba, per portare testimonianza alla famiglia. «Ho incontrato la signora Fortunato e le ho trasmesso le condoglianza mie personali e del presidente Martini. Ho visto una donna forte, cosciente pur nel dolore profondo di capire il senso dei rischi insiti nel compito del marito». Toschi si è poi recato in visita a Pistoia, al comando del battaglione Nembo, unità cui apparteneva un’altra delle vittime; e domani sarà alla caserma Vannucci di Livorno.
Molto probabilmente per i sei caduti verranno celebrati funerali di stato a Roma. Lo ha detto il colonnello Benito Milani, comandante del 186° reggimento paracadutisti della Folgore, in considerazione del fatto che «ci sono morti di varie regioni».
L’ATTENTATO. Secondo una prima ricostruzione della Difesa italiana, a provocare l’esplosione sarebbe stata un’autobomba. L’attentato è avvenuto alle 12.10 locali, le 9.40 in Italia, nei pressi della rotonda Massud, dove il traffico è rallentato per i controlli sul traffico diretto verso l’ambasciata Usa, il comando Isaf e l’aeroporto. Due i mezzi militari – due veicoli blindati Lince – rimasti coinvolti. L’auto, una Toyota bianca, con a bordo i due kamikaze e con un notevole carico di esplosivo, è scoppiata al passaggio del primo mezzo del convoglio, uccidendo tutti e cinque gli occupanti. Danni gravi anche al secondo Lince: uno dei militari a bordo è morto e altri tre sono rimasti feriti. Sui due lati delle strade sono stati distrutti case e negozi. sarebbe riuscito ad infilarsi tra i mezzi prima di esplodere. Nell’esplosione sono morti anche 15 civili afghani, mentre i feriti sarebbero una sessantina. L’attentato è stato rivendicato dai talebani.
I CADUTI. Erano tutti della Brigata Folgore i sei caduti, ed erano di stanza in Toscana, a Siena, Pistoia e a Livorno. Tre di loro risiedevano anche in Toscana, due a Siena (loc. Badesse) e uno a Sesto Fiorentino.
LA MISSIONE. Sono circa 2.800 i militari italiani che partecipano alla missione Isaf in Afghanistan, iniziata nell’agosto 2003, come missione multinazionale alle dipendenze della Nato. Il grosso si trova nella Regione Ovest, con sede a Herat, mentre circa 500 si trovano invece nell’area di Kabul. Altre 500 unità erano state autorizzate dal Parlamento in vista delle elezioni presidenziali, tenutesi lo scorso 20 agosto. Nell’area della capitale Kabul opera una task force italiana che si occupa di controllo del territorio e addestramento delle forze di sicurezza locali. A Kabul sono presenti anche ufficiali e sottufficiali del comando Nato di Solbiate Olona, inseriti nello staff del comando della missione Isaf, il cui capo di Stato maggiore è il generale dei paracadutisti Marco Bertolini. In tutto poco meno di mille uomini. Il grosso del contingente è invece schierato nell’ovest, dove l’Italia gestisce il Rc-W (Regional Command West), I militari italiani che operano in quest’area estesa come tutta l’Italia del nord, sono circa 1.700, cui si sommano altrettanti militari di 12 Nazioni. Gli italiani, in particolare, gestiscono ad Herat un Prt (Provincial reconstruction team), una struttura militare e civile che si occupa di sostenere il processo di ricostruzione afghano: il budget è di oltre 5 milioni di euro l’anno; nel 2008 il Prt italiano ha completato oltre 50 progetti.
IL 186° REGGIMENTO. Il 186° Reggimento paracadutisti Folgore, al quale appartengono quattro delle sei vittime dell’attentato di Kabul, costituisce una delle componenti di arma base della Brigata Folgore (con sede a Livorno e di stanza a Livorno, Pistoia, Siena, Pisa e Legnago), l’unica Grande Unità di paracadutisti dell’Esercito Italiano. E’ composto da un reggimento, una compagnia per il supporto logistico e un battaglione paracadutisti, il 5° «El Alamein», pedina operativa dell’unità. E’ alimentato da volontari in ferma breve e in servizio permanente. Il reggimento è di stanza a Siena, nella Caserma «Bandini».