Anche quest’anno, come è ormai ricorrenza da circa otto anni, si è tenuta presso alcune delle comunità religiose di Sansepolcro, nello specifico: quella di San Giovanni evangelista, quella di San Paolo, quella di Santa Maria e quella delle sante Flora e Lucilla, una raccolta di viveri a beneficio delle aree disagiate del Sud America, in particolare a vantaggio degli stati di Cile e Perù. I ragazzi delle parrocchie, che si sono resi disponibili per adempiere a questa importante iniziativa umanitaria, sono passati di casa in casa, prima, a distribuire volantini che invitavano le persone a partecipare con un piccolo contributo alla raccolta, poi a ritirare quella che è stata la vera e propria offerta della gente.Pacchi di pasta, di riso, di zucchero, scatolame vario, lattine d’olio e sacchetti di caramelle, si sono accumulati nelle canoniche delle chiese fino a formare vere e proprie montagne di cibo, segno della grande magnanimità che ancora oggi alloggia nei cuori della gente. Successivamente, ogni pacchetto è stato pazientemente inscatolato e registrato, per essere infine affidato alle premure dei giovani dell’organizzazione «Mato Grosso» di Città di Castello che provvederanno ad inviarlo in un container e a distribuirlo, nel tempo natalizio, alle masse di poveri che ne faranno richiesta.Fino qui, le notizie riportate, non sono altro che i consueti comunicati di cronaca che puntualmente compaiono tra le pagine di un giornale. Ma ai ragazzi della raccolta porta a porta, capita continuamente di essere sottoposti, per conto della gente, ad un vero e proprio interrogatorio, dove la domanda più ricorrente è: «Siamo sicuri che questi viveri servano materialmente a soddisfare le necessità dei più poveri?». Solitamente, la risposta non è immediata, se non da parte dei bambini che nella loro semplicità ribattono sempre con un’ affermazione positiva. Ebbene, il loro riscontro non è affatto sbagliato; è veritiero, nonostante tutte le perplessità che le persone possano avere in merito.L’associazione «Mato Grosso», infatti, nata dal proposito del padre salesiano don Ugo De Censi di aiutare i poveri, vanta dell’ importante requisito di trasparenza (chi è scettico in merito a tale questione, può addirittura recarsi in America Latina a distribuire personalmente i viveri ai poveri, come i stessi ragazzi di Città di Castello fanno abitualmente ogni anno). Questi giovani sono un vero e proprio esempio di carità: semplici nei modi di fare e ricchi di generosità e benevolenza verso gli altri. L’esperienza gli ha insegnato a non essere scontrosi con nessuno e ad accogliere ogni individuo che gli si presenta innanzi con un sorriso ricolmo di felicità: una delle tante eredità morali lasciategli in dono dai bambini peruviani; quegli stessi bambini che, alla vista di una sola caramella, si esibiscono in balli e in salti di gioia, ringraziando e benedicendo Dio, per l’avvento del Natale.di Samuele Foni