Toscana

DEGRADO NELLE CITTA’, GELLI: NO AGLI ALLARMISMI MA LA REGIONE STA LAVORANDO AD UNA LEGGE

La sicurezza non è solo quella dell’ordine pubblico ed è qualcosa di più complesso che si costruisce giorno dopo giorno, non certo militarizzando le città o reagendo come di fronte ad un’emergenza. La sicurezza si costruisce con una serie di interventi e azioni coordinate, che coinvolgono più fronti. E si affronta anche combattendo il degrado, con un progetto di legge ad esempio a cui la giunta regionale sta già lavorando, per intervenire su quei fenomeni, non sempre configurabili come fattispecie criminali, che comunque producono alti indici di insofferenza e allarme sociale: per preservare le comunità da situazioni di potenziale pericolo ma anche per tutelare semplicemente quiete e tranquillità delle persone, per favorire la convivenza civile, la vivibilità delle città e l’igiene. Norme regionali, valide per tutti, che integreranno quelle nazionali. Il vicepresidente della giunta regionale toscana Federico Gelli lo spiega durante il convegno sulle città sicure, parte dell’iniziativa nazionale “100 eventi in 100 città”, organizzato oggi dalla Regione all’Istituto degli Innocenti di Firenze. Ben venga il sostegno e l’aiuto alle forze dell’ordine, dice, ed anche alle polizie locali. Ben vengano gli investimenti sulla loro formazione. Ma la sicurezza è anche altro. Occorre prevenire e ridurre il degrado delle città, sottolinea il vice presidente Gelli: paure e fenomeni criminali si prevengono riqualificando quartieri e periferie e combattendo l’emarginazione. Occorre rendere le città più accoglienti e più armoniche, aggiunge, occorre favorire il lavoro di squadra e investire anche sull’educazione alla legalità dei cittadini e soprattutto dei giovani. Ed è questo che la Regione Toscana, già dal 2001, sta facendo. «Non condividiamo l’allarmismo che sulla sicurezza anche il governo sta facendo – dice – Noi seguiamo un nostro percorso». «Le nostre città sono cambiate o stanno cambiando volto – ricorda – cambiano le allocazioni delle funzioni, si creano nuove infrastrutture, nascono nuove e diverse periferie, muta il rapporto tra centro e periferia, nascono nuovi bisogni». «La popolazione – prosegue – è cambiata, stanno prevalendo le eterogeneità, le diversità, emergono in modo più pressante i problemi dell’integrazione legati a nuove o vecchie emarginazioni. C’è una violenza tragica, come quella domestica di cui danno testimonianza le associazioni di volontariato che lavorano positivamente in Toscana accanto alle istituzioni». «Un mancato governo politico di questi processi – conclude Gelli – avrebbe l’effetto di indebolire la coesione sociale e le parti di popolazione già esposte e meno tutelate». Ci sono i dati sulla pressione criminale e le logiche dei sentimenti di insicurezza, la cui percezione non sempre appare giustificabile dai fatti e su cui incidono anche fattori di portata ‘planetaria’ come globalizzazione o terrorismo.La ricetta? Leggere il concetto di sicurezza in termini di sostenibilità e gestire le questioni della sicurezza in modo sistematico. Ed è la lettura che ha cercato di dare il convegno di oggi, analizzando il rapporto tra sicurezza e spazi urbani, tra centri e periferie, le sicurezza per le donne e i bambini nel loro vivere quotidiano, la sicurezza nel rapporto tra i giovani scolari toscani e un’idea di città sostenibile e infine mobilità intelligente e sicurezza stradale, visto che nelle città gli incidenti sono la prima causa di morte tra i giovani tra i 14 e 25 anni e per molti cittadini la prima preoccupazione. (cs-Walter Fortini)