Italia

Decreto Salvini: don Soddu (Caritas), «indebolire sistema di accoglienza aggraverà difficoltà di gestione migranti

Nel recentissimo Decreto legge in materia di immigrazione e sicurezza, «appare tra le altre cose chiaro che l’indebolimento del sistema di accoglienza diffusa non farà altro che aggravare le difficoltà della gestione dei migranti nel senso di un’accoglienza e integrazione positiva, che è l’unica strada per non ritrovarci tra pochi anni con una generazione di ‘senza diritti e senza speranza’». Ne è convinto don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana, che aprendo la seconda giornata del convegno nazionale di Rinascita Cristiana, ha auspicato che il testo del decreto possa essere «migliorato così che sia salvaguardata quella grande conquista che è stata fatta attraverso il sistema dello Sprar». «Viviamo in un tempo segnato da una profonda segmentazione, dal dilagare del sospetto e della paura, dalla facile ricerca di capri espiatori», ha lamentato il direttore della Caritas evidenziando che oggi «la politica sembra aver cambiato radicalmente direzione» tanto che «i principi che solo pochi anni fa non ci si sarebbe nemmeno sognati di porre in discussione vengono considerati quasi come degli inutili orpelli».

«La chiusura e il disinteresse per chi è lontano», è la denuncia di don Soddu, porta ad usare «lenti distorte» che «spingono a ridefinire in chiave di sicurezza e di dissuasione dei fenomeni migratori strumenti nobili come quelli della cooperazione allo sviluppo e della solidarietà internazionale, originariamente pensati come modi per perseguire la giustizia, promuovere la dignità ‘di tutti gli uomini e di tutto l’uomo’». Si tratta, ha concluso, di «strumenti necessari come occasioni di relazione positiva in un mondo che dentro e fuori le comunità nazionali vede sorgere muri e approfondirsi fossati».

«Agitare lo spettro di invasioni, pur smentite dalle statistiche o sventolare quello dell’insicurezza, laddove una visione complessiva fatica a cogliere le radici fattuali di essa è il modo per introdurre modelli di convivenza del tutto estranei alla nostra tradizione», ha poi denunciato don Francesco Soddu, ritenendo questi modelli anche «in buona parte estranei al messaggio evangelico e rischiano di indebolire la capacità del nostro paese di costruire una comunità nazionale coesa, accogliente e solidale». Don Soddu ha ricordato che, «al di là di episodi della cronaca esecrabili e dolorosi, ma non generalizzabili», è «la strumentalizzazione delle paure esistenti a costituire il pericolo più grande e a generare politiche che sembrano porre in discussione i principi di bene comune, accoglienza, di tolleranza, di solidarietà, più profondamente iscritti nel nostro modello di convivenza civile e nella nostra Costituzione, in cui è contenuto anche il Vangelo».

Secondo il direttore della Caritas, «il tema della democrazia e della partecipazione rappresenta con molta probabilità la sfida tra le più cruciali che ci vengono poste innanzi nei tempi non facili che stiamo vivendo». Una sfida, ha concluso, che chiama in causa tutti, sia «come cristiani, preoccupati di testimoniare il Vangelo con la nostra vita» sia «come cittadini, impegnati nella costruzione di un bene comune condiviso in cui la centralità della persona umana sia riconosciuta e garantita».