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DEBITO ESTERO: IL BILANCIO DELLA CAMPAGNA ECCLESIALE, MA NEL MONDO PROBLEMA NON RISOLTO
Il governo guineano si è impegnato ad utilizzare la somma cancellata in favore della lotta alla povertà, versandone 1 milione mezzo nel Fondo guineo-italiano di riconversione del debito. In Zambia, invece, non è stato possibile adottare la stessa soluzione, quindi i 10 milioni di euro a disposizione nei 392 progetti già approvati (coinvolgendo almeno 240.000 persone, soprattutto in ambito agricolo ed educativo) sono in parte da spendere. Malgrado sia stato cancellato il debito ha detto Milimo Mwiba, responsabile del Justice and solidarity for poverty reduction fund di Caritas Zambia il Paese non ha visto ancora grandi benefici, ad esempio nello sviluppo delle infrastrutture, nell’istruzione e nel settore sanitario. Saoudatou Diallo Sow, del ministero delle finanze della Guinea Conakry, ha ricordato che la situazione rimane fragile per tanti Paesi in via di sviluppo, molti indicatori sono peggiorati e la gestione di nuovi prestiti solleva nuove domande. Inoltre, ha sottolineato, la situazione internazionale richiede numerosi sacrifici, e con la crisi alimentare e finanziaria dobbiamo essere ancora più vigilanti e attenti. Anche l’America Latina come illustrato dall’economista Humberto Ortiz, della Commissione episcopale azione sociale del Perù farà i conti con la crisi finanziaria mondiale: In Perù in sole tre settimane abbiamo perso 4000 milioni di dollari di riserve”.
Nonostante in America Latina la povertà, negli ultimi vent’anni sia diminuita a livello quantitativo ha spiegato Ortiz sono però aumentate le disuguaglianze e il debito sociale. E comunque il 35% di poveri è ancora una percentuale alta. Ortiz ha ribadito che il debito estero continua ad essere insostenibile, soprattutto con la crisi finanziaria ed ha invocato il diritto dei popoli all’autofinanziamento dello sviluppo, con la complementarietà della cooperazione internazionale. In conclusione di giornata Paolo Beccegato, responsabile area internazionale di Caritas italiana, ha sottolineato che il tema della riduzione e cancellazione del debito non può essere né abbandonato, considerandolo un capitolo risolto, né trattato come un capitolo isolato. Il processo avviato in questi anni ha portato buoni risultati in molti Paesi ha osservato -. Se però, come sta accadendo, aumenta il debito interno, diminuiscono gli aiuti allo sviluppo, non riescono ad ottenere regole commerciali più eque, la sola misura della remissione del debito non è sufficiente. La Campagna giubilare della Chiesa italiana, a suo avviso, è stata una grossa operazione dal punto di vista culturale e politico, ma solo una goccia nel mare in uno scenario economico-finanziario di debito internazionale che nel 2000 era pari a 2500 miliardi di euro.