Il debito dei Paesi poveri rappresenta uno degli aspetti più inquietanti del più vasto scenario mondiale: lo afferma oggi il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nel messaggio indirizzato a mons. Alessandro Charrier, vescovo emerito di Alessandria e presidente della Fondazione Giustizia e solidarietà. Il messaggio è stato letto in sala ai partecipanti al convegno su Debito, giustizia e solidarietà, in corso da tre giorni a Roma, che chiude anche la Fondazione e il percorso avviato nel 2000 con la Campagna ecclesiale per la remissione del debito estero. Non vi è dubbio scrive il card. Bagnasco – che l’iniziativa messa in campo abbia sortito l’effetto di sensibilizzare l’opinione pubblica su una questione come quella del debito dei Paesi poveri che rappresenta uno degli aspetti più inquietanti del più vasto scenario mondiale. Non a caso prosegue il presidente della Cei – tra gli indici’ che Giovanni Paolo II segnalava per rimarcare la persistenza di un fossato tra il Nord e il Sud del mondo, c’era proprio il debito internazionale. Giovanni Paolo II, prosegue il card. Bagnasco, aveva anche invitato a far sì che questa nuova condizione globalizzata sia vissuta non come una fatalità da subire, ma come una sfida da orientare nella linea di una progressiva umanizzazione. Il presidente della Cei esprime vivo apprezzamento per il compito egregiamente svolto dalla Fondazione e ringraziamenti al presidente mons. Charrier, al direttore Riccardo Moro e a tutti i suoi collaboratori. Conclude auspicando che il percorso virtuoso attivato contribuisca in futuro a far crescere l’attenzione educativa su questi temi che esigono da parte di tutti una convergente attenzione. Al posto della Fondazione come annunciato al convegno subentrerà un tavolo di lavoro ecclesiale su Giustizia e solidarietà con caratteristiche educative, culturali e pastorali, per mantenere l’attenzione delle comunità cristiane su questi temi. Nel comunicato che riassume i dati del Rapporto sul debito 2006-2008 si ricorda che negli ultimi 8 anni, da quando è in vigore la legge 209/2000 sul debito, lo Stato italiano ha cancellato 6,37 miliardi di euro in 39 Paesi diversi. Tra le cancellazioni più recenti, la Repubblica Centro-Africana, la Sierra Leone e la Guinea Conakry. La cancellazione più alta oltre 2 miliardi di euro è andata nel 2005 all’Iraq; la più bassa circa 40mila euro al Rwanda. A queste cifre vanno aggiunti oltre 952 milioni di euro risultanti dalle operazioni di conversione del debito firmate dal governo italiano. Durante il dibattito Mario Sammartino, funzionario del Ministero degli affari esteri, ha confermato i tagli in finanziaria agli aiuti allo sviluppo, pari al 54%.Sir