Italia

De Raho ai migranti di Mondo Migliore: “Dignità e libertà sono diritti che nessuno mai vi può portare via”

“Venite da Paesi in cui avete sofferto e avete dovuto subire atrocità inimmaginabili. Nel mio lavoro mi è perfettamente noto ciò che avete vissuto. So che vi hanno raccolto in campi dove vi hanno trattato come animali, soltanto perché volevate trovare un Paese migliore”.

Con queste parole cariche di umanità il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho si è rivolto ieri pomeriggio ai migranti ospiti Centro Mondo Migliore di Rocca di Papa dove la Cooperativa Auxilium accoglie attualmente 340 persone di 28 paesi del mondo, tutti richiedenti asilo in Italia. Arrivato insieme al cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, il procuratore ha visitato il Centro, dove ha incontrato lavoratori e famiglie ed ha firmato la Bandiera della Pace. “La sua presenza qui per noi – ha detto Angelo Chiorazzo,  fondatore della Cooperativa Auxilium – ha un significato molto importante. Perché non fare accoglienza significa favorire le mafie, donare alla criminalità organizzata tanta, troppa, gente”. Il 10 giugno, la cooperativa Auxilium compie qui a Rocca di Papa cinque anni di attività: lungo questo periodo sono passate oltre 7 mila persone di cui 600 minori accompagnati. Ieri a fare gli “onori di casa”, c’erano anche il vescovo di Frascati, mons. Raffaele Martinelli, il sindaco di Rocca di Papa, Veronica Cimino, e il direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante.

Ma a dare il benvenuto c’erano soprattutto loro, i 50 bambini di “Mondo Migliore”, tutti inseriti nelle scuole del territorio. Neshwa, bimba pakistana di 8 anni, ha raccontato il sogno di diventare “poliziotta o magistrato perché mi piace la legalità e perché i poliziotti e i magistrati aiutano le persone in difficoltà”. Samson invece è di origine nigeriana ed ha 10 anni. Dice in perfetto italiano di voler fare “il banchiere perché da grande voglio costruire una grande casa ai miei genitori”. Ma c’è anche Armida Sager, artista libica, che mostra agli ospiti le sue opere d’arte, cariche di dolore e di morte. “Il nostro Paese – ha detto il procuratore De Raho – ha scolpito nella Costituzione, all’articolo 10 comma 3, un diritto. È il diritto di asilo in favore di tutti coloro che vivono in territori nei quali non vengono riconosciuti i diritti della nostra democrazia. La dignità e la libertà sono il patrimonio più grande che abbiamo.  Sono diritti che nessuno mai vi può portare via”. Rivolgendosi ancora alle famiglie ospiti del Centro, il procuratore ha detto: “approfittate di questo tempo, integratevi, rispettate le norme, fate in modo che tutti vi guardino come un esempio e in voi possano vedere un futuro diverso, globale e di accoglienza”.

De Raho ha poi espresso parole cariche di gratitudine anche per quanto la Chiesa italiana fa sul territorio. “Salvare i popoli che si trovano in difficoltà. Intervenire per risollevare. In questo la Chiesa svolge un compito enorme”. Parlando a margine con il Sir, il procuratore insiste: “Ovunque, su tutto il territorio nazionale, laddove c’è una esigenza, la Chiesa è l’organismo sempre presente per coloro che si trovano in condizioni di indigenza, che hanno bisogno di un alloggio, che chiedono un pasto. E’ la Chiesa, con i suoi parroci e le sue organizzazioni territoriali, a sostenere queste situazioni”. “Possiamo dare prova ai contesti mafiosi che esistono alternative di vita diverse dalla illegalità e sono alternative sicuramente migliori rispetto ai loro modelli di vita che sono solo atrocità, sofferenza, mancanza di libertà. È importantissimo il merito che la Chiesa ha”.

“Non è un merito, è un dovere di giustizia”, risponde il cardinale Bassetti. “Noi ci sentiamo responsabili della formazione e della educazione dei giovani. Vogliamo soprattutto far sentire ai giovani che la Chiesa è per loro come una mamma che li accompagna e li tiene per mano. Non devono mai sentirsi soli”. Il cardinale ha fatto riferimento nel suo saluto ad una frase di papa Pio XII che campeggia nel centro: “E’ tutto un mondo che occorre rifare dalle fondamenta, che bisogna trasformare da selvatico in umano. Da umano in divino. Vale a dire secondo il cuore di Dio”. “E’ un sogno che si è realizzato soprattutto quando siete arrivati voi qui”, ha detto il cardinale rivolgendosi agli ospiti del Centro, perché “avete portato la vostra sofferenza, la sofferenza delle vostre famiglie, la vostra innocenza, le vostre aspirazioni”.