Cultura & Società

De Gasperi, l’uomo che ricostruì l’Italia

di Giovanni Pallanti

Per volontà della Fondazione De Gasperi, presieduta da Giulio Andreotti e della quale è vicepresidente la figlia dello statista trentino Maria Romana De Gasperi, l’editore Rubbettino ha pubblicato in tre volumi la biografia dell’Uomo che ha ricostruito l’Italia uscita distrutta da venti anni di regime fascista e dalla sconfitta nella seconda guerra mondiale.

Alcide De Gasperi fu uno dei tre uomini di stato che compresero che la pace nel mondo sarebbe stata più sicura se si fosse realizzata l’unione economica e politica dell’Europa. La prima e la seconda guerra mondiale, infatti, scoppiarono nel cuore del vecchio continente soprattutto per il conflitto mai risolto tra Francia e Germania. Il 22 maggio 1939 l’Italia di Mussolini si schierò con la Germania di Hitler. La Francia, conquistata dai tedeschi in poche settimane, nel 1940, si mise nelle mani del maresciallo Petain in un’ambigua alleanza con il Terzo Reich che nel 1939 si era accordato con la Urss di Stalin per la distruzione della Polonia.

Finita la seconda guerra mondiale con la sconfitta del nazifascismo tre democratici cristiani, un tedesco Adenauer, un francese, Schumann, e Alcide De Gasperi getteranno le fondamenta di un’Europa che voleva voltare pagina mettendo da parte gli antichi nazionalismi e i regimi politici totalitari. Alcide De Gasperi rappresenta, ancora oggi, un modello di uomo politico a cui è necessario guardare per il bene dell’Europa e del mondo. La Chiesa cattolica ha aperto la causa canonica per la sua beatificazione.

Pier Luigi Ballini, che ha curato il terzo volume di questa biografia (il primo è stato curato dagli storici Alfredo Canavero, Paolo Pombeni, dal cardinale Giovanni Battista Re e da Giorgio Vecchio; il secondo da Francesco Malgeri) è uno storico di fama nazionale che si è dedicato in modo particolare agli studi sull’Ottocento e il Novecento. Professore ordinario alla facoltà di Scienze politiche «Cesare Alfieri» dell’Università di Firenze è stato anche assessore alla Pubblica istruzione e poi alla Cultura del Comune di Firenze nella giunta Morales (1990-’95).

Al prof. Ballini abbiamo chiesto di illustrarci questa nuova biografia dello statista trentino.

La Fondazione De Gasperi ha promosso la pubblicazione presso l’editore Rubbettino della biografia di Alcide De Gasperi, in tre volumi. Qual è stata la genesi dell’opera e di cosa trattano i tre volumi?

«Per lungo tempo la figura e il ruolo di De Gasperi sono stati sottovalutati. Le polemiche politiche hanno spesso influenzato e condizionato la ricerca storica. Negli ultimi anni, la Mostra internazionale “Alcide De Gasperi. Un europeo venuto dal futuro”, la pubblicazione dei volumi degli Scritti e discorsi, le biografie hanno consentito un’adeguata ricostruzione della formazione e dell’attività di questo grande statista. La biografia promossa dalla Fondazione è il frutto di una lunga ricerca nell’Archivio De Gasperi, in Archivi italiani e stranieri, sugli Atti parlamentari, sulla stampa; presenta e interpreta i caratteri originali della formazione di De Gasperi, l’impegno nel periodo trentino (1881-1918), l’esperienza del Partito Popolare (1919-1926), gli anni dell’“esilio in patria” (1926-1943) – nel I volume –; il periodo dal fascismo alla democrazia (1943-1947) – nel II volume – e poi De Gasperi dalla costruzione della democrazia alla “nostra patria Europa” (1948-1954) – nel III volume, scritto da me –».

De Gasperi è stato uno dei padri fondatori, dopo la II guerra mondiale, dell’Europa unita. Può raccontare il ruolo di De Gasperi in quel periodo storico?

«De Gasperi fu nominato presidente del Consiglio alla fine del ’45 in un paese distrutto dalla guerra, diviso, dopo vent’anni di regime fascista. Portò i cattolici dall’opposizione al governo. Durante il suo primo ministero si svolsero le prime elezioni dell’Italia liberata: le amministrative – alle quali le donne poterono, per la prima volta, votare ed essere votate – ,il referendum con la vittoria della Repubblica (a favore della quale, nel “suo” Trentino, votò l’85% degli elettori), le elezioni dell’Assemblea Costituente che 18 mesi dopo approvò un’innovativa Costituzione. Durante i suoi successivi governi, De Gasperi dette una risposta al problema della sicurezza del paese: l’adesione all’Alleanza Atlantica portò l’Italia dalla condizione di un paese sconfitto a quella di membro alla pari della comunità occidentale, reinserì l’Italia nei rapporti con i paesi della sua naturale area civile e culturale. La scelta europeista impedì nuove guerre civili europee, garantì la pace, favorì un eccezionale sviluppo economico. La sua politica che dovette misurarsi “con la doppia eredità” del fascismo da un lato e del leninismo dall’altro, consentì la costruzione della democrazia, il consolidamento del sistema parlamentare, la ricostruzione materiale dell’Italia con una politica di grandi riforme: il Piano Ina-Casa, la riforma agraria, la Cassa per il Mezzogiorno, la creazione dell’ENI, la riforma tributaria. Volle che “libertà, giustizia sociale, pace” animassero l’indirizzo dei suoi governi, la vita politica».

De Gasperi fu un cattolico fedelissimo alla Chiesa e un autentico laico nell’azione politica. Quale può essere oggi il suo insegnamento per coloro che si impegnano nella vita pubblica professandosi cristiani?

«De Gasperi – ha ricordato la figlia Maria Romana – non ha mai diviso la sua vita politica da quella familiare o dal suo essere cristiano. Umanità e preghiera, spiritualità e politica vissero intrecciate nel suo spirito, tanto da renderne difficile la distinzione e il confine. Così si comprende l’impegno politico di De Gasperi solo se si tengono presenti le radici religiose di questa straordinaria figura di cattolico e di statista. I momenti più difficili della sua vita – ha notato il card. Re – “segnarono anche il vertice della sua spiritualità”. Concepì la politica come una missione, l’animò con la fede, mantenendosi sempre fedele ai valori cristiani, non disattendendo le direttive morali e sociali contenute nei documenti pontifici e sostenendo la responsabilità autonoma dei cattolici nell’impegno politico. Non esitò a sostenere che a difesa della “laicità” bastava la Costituzione; gli “spiriti credenti” sapevano che nella Costituzione di uno Stato moderno non è necessario proclamare le proprie credenze, quanto è indispensabile accordarsi su norme di convivenza civile che, colla libertà di tutti, difendono anche la libertà della fede. La Costituzione esclude il clericalismo, ma tutela la libertà religiosa, esclude l’anticlericalismo, ma salvaguarda la libertà della fede».

Cosa si può fare per far conoscere la figura di De Gasperi alle nuove generazioni italiane e europee che sembrano aver perduto la memoria storica?

«Nella gran parte dei libri di testo delle scuole manca ancora oggi una serena ricostruzione della figura e del ruolo di De Gasperi .Favorendo la lettura dei suoi scritti, delle sue lettere sinora pubblicate, si aiuta la conoscenza di questo grande statista cattolico. Ricordiamoci e facciamo ricordare anche queste sue parole: “la democrazia non è semplicemente uno statuto; la Repubblica non è semplicemente una bandiera; è sopratutto una convinzione e un costume. Bisogna creare con uno sforzo quotidiano la democrazia nell’abitudine, nel Parlamento, nel governo, nei partiti, nelle associazioni. Ogni giorno è necessario riconquistare la democrazia, dentro di noi contro ogni senso di violenza, fuori di noi con l’esperienza della libertà”. In Italia e nella “nostra Patria Europa”».

Alcide De Gasperi (biografia)Vol. IAlfredo Canavero, Paolo Pombeni, Giovanni Battista Re, Giorgio Vecchio Dal Trentino all’esilio in patria  (1881-1943) Vol. IIFrancesco Malgeri Dal fascismo alla democrazia (1943-1947) Vol. IIIPier Luigi BalliniDalla costruzione della democrazia alla «nostra patria Europa» (1948-1954)Ed. Rubbettino 2009, pp. 1932 ; tre volumi indivisibili, euro 88,00