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David Sassoli: von der Leyen, “un uomo con la passione per la democrazia e per l’Europa”

“Non avrebbe mai tollerato la corruzione” nelle istituzioni europee”, ha aggiunto durante la presentazione del volume a lui dedicato a un anno dalla morte. Era un “uomo del sorriso” che si è battuto per difendere i valori europei

“Questo era David Sassoli: un uomo con una passione per la democrazia e per l’Europa”. Lo ha affermato oggi Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, intervenendo a Roma alla presentazione del volume “David Sassoli. La saggezza e l’audacia. Discorsi per l’Italia e per l’Europa” curato da Claudio Sardo. Von der leyen ha dapprima salutato Alessandra Vittorini, vedova di Sassoli, e i figli Livia e Giulio; il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; l’ex presidente della Commissione europea, Romando Prodi; il segretario del Pd, Enrico Letta. Quindi si è a lungo soffermata nel ricordare la visita al campo di concentramento di Fossoli, nell’estate 2021, cui era stata invitata proprio dall’allora presidente del Parlamento europeo, scomparso l’11 gennaio 2022.

“Il discorso di David a Fossoli era una lettera d’amore per l’Europa. La nostra Unione, disse, è nata in risposta all’orrore dell’Olocausto e della guerra. Quindi rivolse una domanda semplice ma incisiva: ‘Vi siete mai chiesti perché i regimi autoritari, tutti, temono così tanto l’Europa? Non facciamo la guerra, non imponiamo il nostro modello. E allora, perché si preoccupano di noi? Vi è un solo motivo. I valori europei mettono paura, perché le libertà consentono uguaglianza, giustizia, trasparenza, opportunità, pace. E se è possibile in Europa, è possibile ovunque. Non dimentichiamoci di quello che siamo, di quanta voglia di Europa vi è nel mondo’. Questo accadeva mesi prima che la Russia cominciasse la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina – un pPaese e un popolo che avevano deciso di abbracciare i valori europei. Oggi sembra una profezia”.

“Ci sono tre cose di lui che mi hanno sempre colpita e che vorrei condividere con voi oggi”, ha affermato ancora Ursula von der Leyen. “In primo luogo, il suo profondo senso della storia. David era un uomo dalla lunga memoria. Ed è questo che ha alimentato la sua passione per l’Europa. Sapeva esattamente cosa era accaduto prima della nostra Unione. Lo sapeva da suo padre, che aveva combattuto nella Resistenza. Lo sapeva dalla sua gioventù, quando David era membro attivo di un’associazione chiamata La Rosa Bianca, in memoria dei giovani tedeschi che si opposero con coraggio al nazismo. Non si stancava mai di parlare degli orrori della Seconda guerra mondiale e del coraggio visionario di coloro che hanno costruito la nostra Europa unita”. “David sentiva la responsabilità non soltanto di preservare la memoria del nostro passato, ma anche di impedire a quel passato di tornare”.

Von der Leyen ha poi osservato: “David credeva nella democrazia europea, nel suo potere e nella sua capacità di garantire diritti più ampi a un numero sempre maggiore di cittadini. Credeva nel ruolo vitale del Parlamento europeo, inteso come Casa della democrazia europea. E, durante la pandemia, ha rivoluzionato il modo di lavorare del Parlamento affinché potesse continuare a servire i cittadini europei in tempi di estrema necessità. Ma David sapeva anche che la democrazia è fragile e che deve essere protetta dai nemici interni come da quelli esterni. David non avrebbe mai tollerato la corruzione – né tra i ranghi dei deputati né all’interno di alcun organo direttivo. Se fosse qui, lotterebbe con tutto il suo vigore per l’onestà e contro le ingerenze straniere nella nostra democrazia, proprio come stanno facendo gli attuali vertici del Parlamento europeo”.

“Forse è a causa del suo senso della storia che David ha sempre capito quando era il momento per noi, leader europei, di intervenire per plasmare il corso della storia. Questo è il secondo pensiero su David che vorrei condividere”, ha aggiunto. “Da persona con un lungo passato di giornalista, percepiva sempre quando i tempi erano maturi per un cambiamento. È quanto traspare dai suoi discorsi al Consiglio europeo, nella sezione conclusiva di questo libro”.

Quando “è sopraggiunta la pandemia e, ancora una volta, David ha fatto sentire la voce della saggezza in seno al Consiglio europeo. Ricordo il vertice cruciale in cui abbiamo raggiunto un accordo su NextGenerationEu, la nostra proposta relativa al piano per la ripresa dell’Europa. Come sempre, David non usò mezzi termini e ammonì: ‘La posta in gioco è la sopravvivenza dell’Unione. Siamo sotto i riflettori di tutto il mondo. Dimostriamoci degni della fiducia che i nostri cittadini […] nutrono in noi’. David non era soltanto un arguto oratore, ma un raffinato politico. Capiva i meccanismi della politica e le logiche del potere. Ma chiunque poteva vedere che David era entrato in politica per passione e non per sete di potere. E questa sua caratteristica è ciò che lo ha reso così credibile e autorevole”.

Infine: “Il mio terzo e ultimo ricordo di David riguarda qualcosa che non troverete nelle pagine di questo libro ma che chiunque lo abbia incontrato non potrà mai dimenticare. Il suo sorriso e i suoi occhi limpidi. David era un uomo gentile. ‘Il presidente buono’, come l’hanno definito. E anche se non ha mai perso il sorriso, David sapeva combattere per quello in cui credeva. Si è battuto per la giustizia sociale nei difficili mesi della pandemia. Si è battuto per la solidarietà all’interno della nostra Unione. È stato persino dichiarato persona non grata dalla Russia per la sua posizione inequivocabile in materia di diritti umani. David era davvero buono e coraggioso, saggio e audace, e non avreste potuto scegliere titolo migliore per riassumere la sua vita e il servizio che ha reso alla nostra Unione. Dopo ogni incontro, al momento di congedarci, David mi diceva sempre, in francese: ‘Bon courage’. Io oggi vorrei estendere quell’augurio a tutti noi affinché possiamo trovare lo stesso coraggio che aveva David. Il coraggio di difendere i nostri valori. Il coraggio di portare avanti le sue battaglie. Il coraggio di guardare al futuro, proprio come ha fatto lui”.

Una messa presieduta dal card. Matteo Zuppi e concelebrata da p. Francesco Occhetta in ricordo di David Sassoli si svolgerà mercoledì 11 gennaio, alle 18, nella chiesa del Gesù, Piazza del Gesù, a Roma. “David Sassoli vive in noi oltre la morte anche se il nostro dolore dopo un anno dalla sua dipartita sente l’abisso della sua assenza. La liturgia ci aiuterà ad andare oltre il tempo cronologico, quello caduco che scorre come una clessidra. Pregheremo per David e chiederemo al Signore che il seme della sua vita cresca come una pianta nella cultura dei popoli dell’Europa. Ci hai insegnato a vivere e anche a morire, sit tibi terra levis, la comunione tra noi ci aiuterà a mantenerlo vivo nei nostri cuori”, si legge in una nota.