Sono 60.340.328 i residenti in Italia alla fine del 2009, circa 291.000 in più rispetto all’anno precedente. E’ uno dei dati comunicati oggi dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), che ha diffuso l’Annuario statistico italiano. L’incremento si deve al saldo attivo del movimento migratorio (+318.066 unità) che, per quanto diminuito rispetto al passato, neutralizza l’effetto negativo del saldo naturale (-22.806 unità). Gli stranieri sono 4.235.059, costituiscono il 7% della popolazione totale, e provengono per la maggior parte dall’Unione europea (29,3%), dall’Europa centro-orientale (24,0%) e dall’Africa settentrionale (15,3%). L’Italia continua ad invecchiare, dice l’Istat: un italiano su cinque è ultrassessantacinquenne e i grandi vecchi (dagli ottanta anni in su) rappresentano ormai il 5,8% della popolazione italiana. A fine 2009 l’indice di vecchiaia, cioè il rapporto tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 15, registra un ulteriore incremento, raggiungendo 143,8%. Nella graduatoria europea (dati 2008), la Germania, con un indice pari a 150,2, si conferma come il paese maggiormente toccato dal fenomeno dell’invecchiamento, seguita da Italia (143,1), Grecia (130,3) e Bulgaria (129,6).In Italia il numero medio di figli per donna nel 2009 è 1,41 (1,42 del 2008): un dato, questo, che interrompe la tendenza crescente iniziata dopo il 1995, anno in cui si era raggiunto il valore più basso, con 1,19 figli per donna. L’Istat informa come all’interno dell’UE a 27 Paesi, Irlanda e Francia sono in cima alla graduatoria, con rispettivamente 2,1 e 2,0 figli per donna mentre l’Italia, per quanto in bassa posizione, si colloca comunque prima di Germania (1,38) e Portogallo (1,37) e di alcuni paesi dell’Est europeo, come Polonia, Ungheria e Romania. Le donne in Italia, poi, diventano madri più tardi: 31,1 è l’età media al parto nel nostro Paese, il valore più alto dell’Ue. Prosegue anche nel 2009 il calo della nuzialità: con circa 16.000 matrimoni in meno celebrati (230.859), il tasso di nuzialità scende dal 4,1 al 3,8 per mille. Il matrimonio religioso resta la scelta più diffusa (62,5%) ma sono in costante aumento le coppie che optano per il rito civile. Nel 2008 aumentano le adozioni: 5.162 (+7,9% rispetto al 2007) e 1.693 riguardano minori italiani, ma cresce anche la quota di adozioni per i minori stranieri. Aumentano anche divorzi (+7,3%, per un totale di 54.351 nel 2008) e separazioni (+3,4%, pari a 84.165), ma nell’86,3% dei casi le separazioni sono consensuali. Cresce l’affidamento condiviso.Nel 2009 sono 23.025.000 gli occupati, in calo, per la prima volta dal 1995, -380.000 unità rispetto all’anno precedente (-1,6%). Per l’Istat, che ha diffuso oggi le sue ultime rilevazioni, si tratta di una riduzione marcata della componente italiana, controbilanciata dall’aumento di quella straniera (+147.000 unità), che cresce a un ritmo inferiore rispetto agli anni precedenti. I lavoratori stranieri sul totale degli occupati sono l’8,2% (erano il 7,5% nel 2008). La discesa dell’occupazione nel 2009 riguarda sia i lavoratori dipendenti (-1%, pari a -169.000 unità) sia soprattutto gli indipendenti (-3,5%, pari a -211.000 unità). Il tasso di occupazione scende dal 58,7% del 2008 al 57,5%, valore ampiamente al di sotto del dato medio dell’Ue (64,6%); quello maschile si attesta al 68,6% mentre il tasso riferito alle donne si posiziona al 46,4%, pur con rilevanti divari regionali: si passa dal 61,5% dell’Emilia-Romagna al 26,3% della Campania. Per il secondo anno consecutivo aumentano le persone in cerca di occupazione, sono 1.945.000, 253.000 in più rispetto al 2008 (+15%). Il tasso di disoccupazione sale al 7,8% dal 6,7%, quello di inattività al 37,6% dal 37% di un anno prima. In costante crescita, invece, gli utilizzatori del personal computer e di Internet, ormai rappresentano rispettivamente il 51% (47,5 nel 2008) e 48,9 (44,4%) della popolazione di 3 anni e oltre.Sir