Cultura & Società
Dante: le ossa non verranno a Firenze per il 7° centenario della morte. Il «no» di Ravenna
“Le ossa di Dante non si toccano. Non sono sacre reliquie e meritano il rispetto laico di una scelta fatta dal sommo poeta sette secoli fa, quella di riposare indisturbate a Ravenna”.
Sulla querelle sul trasferimento a Firenze in occasione delle celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante Alighieri, interviene il vicesindaco di Ravenna, Eugenio Fusignani, ricordando che il ghibellin fuggiasco “non venne rapito dai ravennati ma fu cacciato dai fiorentini e, dunque, costretto a fuggire da Firenze”. Dopodiche’ scelse Ravenna oltre sette secoli fa, scrivendo in citta’ “molti dei versi piu’ belli della letteratura italiana”.
Il sindaco Michele De Pascale, prosegue, fu “chiaro sulla volonta’ dell’Amministrazione di non spostare i resti”, ma Fusignani mal digerisce i “commenti ancora possibilisti” degli ultimi giorni, per cui opta per “un chiarimento definitivo”, ricordando le parole di “un grande presidente del Consiglio quale Giovanni Spadolini, fiorentino oltre che intellettuale di immensa cultura”.
Secondo il quale “il modo migliore di onorarne la memoria non e’ quello di disturbarne il sonno secolare ma continuare a lasciarli riposare dove sono”, peraltro a poche decine di metri da quelli dell’arcivescovo Rinaldo da Concorezzo, “unico ad opporsi alla condanna dei Templari, che mori’ a Ravenna proprio un mese prima di Dante”.
Fusignano sgombra dunque il campo da ogni equivoco: “Le ossa di Dante non si sposteranno da Ravenna”. E “non si prendano nemmeno in considerazione eventuali pur simboliche ostensioni”. Ben venga, conclude Fusigani, “il dialogo con le Amministrazioni delle altre realta’ interessate dalle celebrazioni dantesche del 2021”, ma con “due punti fermi: Ravenna e’ la citta’ di Dante perche’ qui ha scelto di viverci e qui e’ morto; le ossa di Dante non si toccano”.