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Danni ai vicini di casa causati dai figli: chi paga?

In generale, in tutti questi casi, sono i genitori a dover rispondere dei danni causati dai propri figli minori a terzi, con implicazioni significative dal punto di vista finanziario e patrimoniale.

I danni causati dai bambini in casa possono assumere varie forme, dalle pallonate che colpiscono accidentalmente i passanti alla rottura degli occhiali di un compagno di classe, fino a eventi più gravi come gli incidenti stradali. In molti casi, basta un po’ di attenzione in più, mentre in altri si tratta di fatalità più ampie.

I fatti di cronaca ci dimostrano come un gesto inconsapevole possa avere conseguenze gravi. Un vaso lanciato erroneamente dal balcone, una pallonata sulle macchine giocando nel cortile condominiale e, ancora, un monopattino prestato e che rimane coinvolto in un incidente. 

In generale, in tutti questi casi, sono i genitori a dover rispondere dei danni causati dai propri figli minori a terzi, con implicazioni significative dal punto di vista finanziario e patrimoniale.

Danni a terzi da parte di bambini: cosa dice la legge?

L’articolo 2048 del Codice Civile stabilisce come siano il padre, la madre o l’eventuale tutore ad essere responsabili del “danno cagionato dal fatto illecito”, commesso tanto dai figli minori non emancipati quanto da persone conviventi e soggette alla tutela. I genitori, dunque, sono responsabili “in solido”, il che significa che la persona danneggiata può richiedere il risarcimento del danno a uno qualsiasi dei due, indipendentemente che essi siano ancora sposati, divorziati o separati. Solo nel caso in cui i genitori riescano a dimostrare di “non aver potuto impedire il fatto”, possono essere esentati da ogni responsabilità.

Cos’è la responsabilità civile verso terzi?

La responsabilità civile verso terzi è regolata dalla legge e impone l’obbligo di risarcire i danni causati da chiunque, anche accidentalmente, danneggi un bene di un’altra persona o le causi un danno. La legge si evolve nel tempo per adattarsi alle nuove esigenze della società.

Quando si parla di danno causato da un bambino, si chiama in campo la sua capacità di discernimento, ossia la capacità di comprendere gli effetti delle sue azioni e agire di conseguenza. Legislativamente, questa capacità è acquisita a partire dai 9 anni di età. Una condotta simile a quella di un adulto, invece, la si aspetta dai minori con più di 16 anni per i quali danni causati, quindi, evitano di considerare i genitori corresponsabili.

La quantità da versare per il risarcimento dipende dalla gravità della colpa, dove una colpa maggiore comporta un risarcimento maggiore, e dalla presenza o meno di un’assicurazione a copertura della famiglia in grado di proteggere il patrimonio in caso di danni causati accidentalmente a terzi, così come le persone care da infortuni che possono capitare tanto in casa quanto fuori casa. In alcuni casi, si può parlare di colpa lieve, in cui il risarcimento danni non è richiesto per intero.

Tuttavia, quando i bambini causano danni, non sono sempre i genitori a pagare. Ci sono situazioni in cui i genitori possono essere esentati dal risarcimento di un danno commesso dal figlio minore, a seconda del contesto e della presenza di altri adulti responsabili, come in caso di danni causati a scuola in presenza di insegnanti.