Lucca

Daniele, cantautore di Camaiore: «Conta il lato umano, l’immagine non è tutto»

Lo incontriamo.

Quando hai scoperto la passione per la musica?«L’evento scatenante è stato quando, alle superiori, durante un concertino di fine anno, suonarono dei miei compagni di scuola e io mi innamorai dell’atmosfera che si crea in momenti del genere». Quali sono gli artisti che più stimi e a cui ti ispiri?«Vasco Rossi e Lucio Dalla, come vedi dai libri che ho in studio. Poi Cesare Cremonini e Jovanotti». Hai progetti in cantiere?«Ho progetti in cantiere e il vino in cantina! Quando è finito il vino tendenzialmente mi vengono in mente i progetti. Adesso voglio far uscire un bel disco e spero di farvelo sentire nella maniera più impetuosa che posso perché è veramente come la risacca del mare, è un’ondata. Un’ondata di vino!» (scherza e ride…, ndr).

Hai iniziato la tua carriera con la «benedizione» di nomi importanti. Sei stato scoperto da Saturnino Celani (bassista di Jovanotti); hai aperto i concerti di Francesco GabbaniTommaso Paradiso ha condiviso su Instagram il tuo brano «Le commesse».

Puoi dirci qualcosa di più su questi incontri?«Con Saturnino andò così: gli mandai la mia canzone “Lucia”. A lui piacquero la melodia e il testo e la postò su Facebook. Paradiso casualmente ascoltò “Le Commesse” su una radio romana, quando il pezzo era già uscito dalla programmazione e mi scrisse su Instagram. Di solito si pensa che gli incontri tra artisti devono avvenire attraverso management, invece no, il lato umano è quello che ci unisce perché di base siamo tutti innamorati delle canzoni. Non ci importa della classifica». Vediamo sempre più spesso che i cantanti hanno look ricercati (vedi i Måneskin a Sanremo). È davvero così importante l’aspetto per avere successo nel mondo della musica? «L’immagine è importante ma deve essere in linea con quello che sei, poi è normale che sia iconizzata dalle copertine. Se penso a Venditti me lo immagino col trench chiaro, così come Verdone ma perché io ho questa idea di loro. L’abito non fa il monaco, tanto quando fai un’intervista o un live sei alla prova del nove, lì esce fuori la tua vera personalità». Cosa pensi dei talent? «Dipende dai progetti musicali e dall’età in cui partecipi. Secondo me Sangiovanni ad Amici spacca, perché è adatto alla TV ma altri no. Io partecipai a X-Factor, feci un provino ma non era un programma adatto a me, almeno all’epoca, o semplicemente non ero adatto io a quel format. Preferisco la vecchia maniera dei concerti e delle radio. Il mio è un progetto che non può essere smontato dalla televisione, ne andrebbe della sua credibilità».