Vita Chiesa

Dall’eucarestia alla condivisione

DI ALESSANDRO BIANCALANICon la solenne celebrazione eucaristica di domenica scorsa in piazza Aranci a Massa, presieduta da monsignor Giuseppe Betori, segretario della Conferenza episcopale italiana, si è concluso il Congresso eucaristico della diocesi di Massa Carrara-Pontremoli. Un momento forte per tutta la comunità diocesana che ha visto una partecipazione straordinaria e sentita della cittadinanza. Alla celebrazione hanno voluto aderire anche rappresentanti di varie Chiese toscane e il vescovo di Lucca, monsignor Bruno Tommasi, che fino al 1991 aveva esercitato il ministero episcopale nella diocesi apuana.

Concluso, dunque, il congresso è utile tracciare qualche linea di analisi, per coglierne il messaggio nella sua globalità.

Prima di tutto il tema: «Lo riconosceremo nello spezzare il pane». È l’espressione del Vangelo di Luca riportata nell’episodio dei due discepoli di Emmaus. Un riconoscere che per la nostra Chiesa ha significato cogliere come la mensa liturgica e la mensa della carità, siano inscindibili affinché il sacramento celebrato possa dare i suoi frutti. Infatti, oltre le due manifestazioni di apertura a Marina di Carrara in piazza Menconi e di chiusura, come citato sopra, il cuore della settimana celebrativa è stato il Convegno ecclesiale, articolato su due giorni. Generalmente a scadenza biennale – proposto nel mese di settembre per l’apertura dell’anno pastorale – quest’anno, invece, è stato inserito nel quadro del Congresso per favorire la continuità e concentrare la riflessione della comunità cristiana sul tema: «Date loro voi stessi da mangiare».

Una nota a parte merita il coinvolgimento che si è prodotto: pubblicità su radio, televisioni, stampa locale, hanno caratterizzato la presentazione del Congresso. Il teatro «Guglielmi» di Massa scelto come sede delle due tavole rotonde del Convegno, l’auditorium «Aldo Forzoni» di San Sebastiano come sede ordinaria per le conferenze. Tutto questo ha avuto un principio: al banchetto eucaristico sono invitati tutti e noi siamo chiamati ad essere – a tempo opportuno ed inopportuno – annunciatori che proclamano l’amore di Dio per l’uomo. Sabato 22 giugno è stato dedicato alla condivisione con «Una festa giovane aperta al mondo». Nella giornata si sono alternate nella centrale piazza Aranci a Massa manifestazioni sportive, festival di bande, sbandieratori, gruppi etnici, il concerto dei giovani «100 chitarre», in serata la cena etnica offerta alla cittadinanza ed infine il musical «Nuovo millennio di gioia!», a cura del Rinnovamento dello Spirito toscano. Da non dimenticare anche i concorsi di pittura «Il banchetto festa dei popoli», dipingi un piatto per il Congresso, e Madonnari in piazza con lo stesso soggetto. Inoltre la mostra d’arte contemporanea «Immagini e spiritualità» a cura della professoressa Michelotti, studenti e docenti dell’Accademia di Belle arti di Carrara nel chiostro del Duomo di Massa.

Menzione a parte meritano le riflessioni proposte in particolare dai relatori ai rappresentanti delle varie parrocchie della diocesi, che poi si sono articolati in gruppi di lavoro. Tutto questo consentirà una riproposizione in chiave comunitaria – nei rispettivi consigli pastorali parrocchiali – delle tematiche svolte dal Convegno. Nelle due serate si sono tenute le tavole rotonde guidate da Francesco Gesualdi, del Centro nuovo modello di sviluppo sul tema «Condivisione, globalizzazione e nuovi stili di vita» e da monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense sul tema «Condividere, scelta culturale e politica».

Stimoli importanti ben sintetizzati dall’omelia conclusiva da monsignor Betori: «La proposta dell’evangelista Luca è dunque per noi un impegno, un modello da accogliere e da imitare. “Lo riconosceremo nello spezzare il pane”, dice giustamente il titolo del vostro Congresso eucaristico, trasformando le ultime parole descrittive del Vangelo in parole di programma per questa comunità ecclesiale, per ciascuno di noi, presenti oggi in questa piazza, centro vivo della vostra città». Betori ha poi proseguito affermando che la méta è l’Eucarestia. Di qui parte «un cammino di condivisione con i fratelli, con gli uomini riconosciuti come fratelli, perché in chi ha fame e non ha pane, in chi ha sete e non ha acqua, in chi è nudo e non ha vestito… si nasconde il volto stesso di Cristo».