Toscana

Dalla Toscana all’Albania, agricoltura da donna a donna

di Andrea FagioliAlbarurale. Il nome è di buon auspicio e nasconde una solidarietà tutta al femminile: quella delle donne in agricoltura da una parte all’altra dell’Adriatico.Albarurale è uno strumento, ideato dalle imprenditrici di Coldiretti Toscana per aiutare le donne albanesi, che vivono in ambiente rurale, a «fare impresa».

L’idea è nata in occasione della «Giornata mondiale della donna rurale», che quest’anno si ispirava al tema della «povertà affare di tutti». Immediatamente il pensiero è andato all’Albania, Paese tanto vicino eppure così lontano. E in particolare alle donne che vivono nelle campagne, ovvero nelle zone dove la povertà e l’emarginazione sono ingigantite.

Albarurale è un progetto di formazione che punta a costruire un’impresa femminile, capace di coltivare, trasformare, commercializzare e promuovere i prodotti locali. Punto di partenza del progetto sono le erbe aromatiche e officinali, risorsa naturale dei territori montani dell’Albania e da sempre patrimonio della manodopera femminile, «che può e deve – a giudizio della presidente di Coldiretti Toscana Alessandra Lucci – diventare punto di partenza per un progetto di sviluppo integrato del territorio rurale».

L’obiettivo? «È chiaro: evitare la fuga dalla povertà, con faticosi e spesso drammatici viaggi della speranza verso i Paesi stranieri, ma anche tamponare l’emigrazione interna, che rischia di spopolare la montagna, per affollare in modo selvaggio città incapaci di offrire lavoro e servizi».«Il popolo albanese è tutto da capire – dice don Piero Sabatini, direttore della Caritas di Firenze – anche perché qui da noi è vittima di molti pregiudizi. In realtà è un popolo di lavoratori che merita di essere aiutato e aiutarlo significa prima di tutto aiutare le donne che sono il vero e autentico traino della società albanese in cerca di riscatto».

Un riscatto indispensabile, soprattutto per chi vive in condizioni di schiavitù, come spiega don Carlo Zaccaro dell’Opera Madonnina del Grappa, a proposito della tantissime ragazze costrette a prostituirsi, «sfruttate, violentate e maltrattate». Ma la donna albanese, in ogni caso, anche quella che vive in famiglia «fa di tutto ed è schiava di un marito spesse volte evanescente. Dare alle donne autonomia può contribuire a renderle consapevoli del proprio ruolo. ma solo quando avranno in mano lavori sicuri potranno iniziare a riscattarsi».

«Attenzione però – avverte don Giovanni Fiocchi, della Caritas di Sapa – l’idea dell’imprenditoria è da creare e la figura della donna è da nobilitare». Rivolgendosi ai promotori del progetto Albarurale, don Fiocchi sottolinea il «coraggio di investire idee ed energie in Albania, ma vi chiedo – dice il sacerdote – un supplemento di coraggio: fare qualcosa in Albania per l’Albania imparando a ragionare con la testa degli albanesi. Dobbiamo capire i loro meccanismi mentali, altrimenti rischiamo di fare come gli elefanti in una cristalleria».Il vicepresidente della Regione Toscana, Angelo Passaleva, si affida alle citazioni canore e letterarie: De André e Saint Exupery, Via del Campo e il Piccolo principe. «Dai diamanti non nasce niente…. È la terra l’elemento primario di un Paese. E come dice la Volpe al Piccolo principe, l’essenza delle cose non si conosce con gli occhi, ma con il cuore…. La conoscenza deriva da quel sentimento che noi chiamiamo amore. Albarurale è un piccolo progetto, che nasce con questo spirito e nasconde un grande obiettivo: tenere la popolazione di un paese saldamente radicata alla sua terra».

Il progetto si svolgerà nell’arco di tre anni e coinvolgerà almeno 100 famiglie albanesi le quali a loro volta insegneranno ad altri connazionali l’«arte dell’impresa».

La schedaEcco in sintesi i punti cardine dell’iniziativa che ruota, come detto, attorno alle erbe aromatiche e officinali. I partner si impegnano a promuovere un lavoro di formazione per insegnare le tecniche di coltivazione, essiccazione, confezionamento e commercializzazione di una risorsa che, per ora, è solo spontanea. Il lavoro di formazione sarà condotto inizialmente su un gruppo ristretto di famiglie rurali, individuate dai partner locali, in base a disponibilità, preparazione, sensibilità. Successivamente i soggetti formati saliranno a loro volta in cattedra per preparare altri operatori. L’obiettivo è di riuscire a coinvolgere, nell’arco di tre anni, un centinaio di donne con le rispettive famiglie. Al progetto ALBARURALE, che dovrebbe essere cofinanziato dalla Regione Toscana, hanno aderito la Caritas, l’Arsia, l’Unicoop , l’Istituto agronomico Oltremare, il Consorzio sociale Polis, la Madonnina del Grappa e in Albania le Caritas di Sapa e Scutari, i cui centri diventeranno il punto di riferimento dell’operazione.Due i traguardi da raggiungere: sviluppare la cultura del lavoro e dell’impresa (per recuperare quello spirito associazionistico oggi inesistente in Albania) e potenziare le colture con tecniche agronomiche adeguate ma nel rispetto di abitudini, tradizioni locali e ambiente.Il progetto non trascura neppure la commercializzazione, che sarà curata da Unicoop Firenze attraverso le strutture già destinate al commercio equo e solidale, e dalle donne Coldiretti, che si sono impegnate a vendere e a far conoscere i prodotti delle colleghe albanesi nei mercatini, che nascono all’insegna di «Campagna Amica», e nelle loro aziende.