Toscana
Dalla plastica al legno: se l’usato è garantito
In breve si concretizza una nuova era per le raccolte differenziate in Toscana visto che proprio negli ultimi anni la crescita straordinaria delle stesse aveva aperto un nuovo capitolo in materia. Per capirlo basta guardare i dati, la media regionale è passata dal 5.92% del 1994 al 25.48% del 2001, con le previsioni di raggiungere ben presto il 29% con le certificazioni del 2002. I tassi di incremento maggiori sono stati quelli per la carta, il cartone, il materiale organico ed i rifiuti ingombranti. Resta relativamente basso il dato che riguarda la raccolta del vetro. Si parla sempre, però di circa 600mila tonnellate all’anno.
Ma quali sono gli obiettivi che la firma di questi accordi, vuole raggiungere? Migliorare il ciclo produttivo del riutilizzo dei rifiuti, realizzando impianti di prima lavorazione che potranno garantire la realizzazione di materiali che soddisfino pienamente le esigenze dei vari utilizzatori finali. «Si tratta di un accordo importante commenta Alfredo de Girolamo presidente di Cispel Confeservizi Toscana prima di tutto per la forma prescelta, m anche per il contenuto stesso dell’accordo. La aziende pubbliche di gestione dei rifiuti si impegnano a migliorare i propri processi organizzativi, ad aumentare la quantità di rifiuti raccolti in forma separata. Nello stesso tempo continua il presidente della Cispel le diverse categorie economiche e le aziende private si impegnano a utilizzare i materiali raccolti in modo separato ed a valorizzarli. Tutto questo migliorerà la capacità di assorbire dei diversi mercati le quote crescenti di materiali raccolti separatamente e consentirà ai gestori pubblici di raggiungere l’obiettivo del 35% di raccolta differenziata su un totale di rifiuti urbani in crescita costante».
Questi accordi rappresentano una specie di giuda all’uso o meglio al riuso delle raccolte differenziate, perché non basta solo promuovere la raccolta differenziata dei rifiuti ma bisogna creare tutte le condizioni necessarie perché possano essere riutilizzati come una risorsa.
Per quanto riguarda l’accordo per i rifiuti di compostaggio, viene definito gli standard qualitativi e i fabbisogni regionali. Inoltre è previsto il marchio di qualità «compost toscano» e viene sostenuta la sperimentazione attraverso le università toscane, con il relativo impegno degli enti locali a servirsene per il verde pubblico, delle associazioni di agricoltori a sensibilizzare gli associati all’utilizzo e di Banca Verde a prevedere finanziamenti per iniziative economiche su questo terreno.
Invece per l’accordo inerti, viene incentivato la demolizione selettiva degli edifici per produrre materiali residui il più possibile omogenei per composizione. Si prevede l’adozione in sede di progettazione ed esecuzione delle opere, di tecniche costruttive che impieghino in minor misura le materie vergini; e si promuove il mercato dei materiali inerti di qualità garantita, anche mediante la loro vendita presso esercizi commerciali di materiali per l’edilizia.
Per la plastica, vengono sostenute diverse iniziative volte alla valorizzazione di tutti i materiali plastici recuperati. Tra le altre cose, la Regione e gli enti locali si impegnano a fare uso di beni realizzati con plastica riciclata o biodegradabile in misura non inferiore al 40 per cento del proprio fabbisogno.
Diverse sono le condizioni dell’accordo per i beni durevoli dimessi. In questo caso le associazioni di categoria si impegnano a raccogliere e a ritirare senza oneri presso il consumatore i beni durevoli dismessi.
Per la carta, il vetro ed il legno si prevede, invece, l’attivazione di raccolte specifiche presso tutte le grandi utenze dagli uffici pubblici alle banche dai centri commerciali alle scuole ed alle università, nonché di sistemi di raccolta domiciliari e condominiali. Le cartiere toscane, infatti, si impegnano a ricevere l’intero flusso di carta da macero proveniente dalla raccolta differenziata dei Comuni e dei gestori del servizio pubblico della Regione Toscana.