Opinioni & Commenti

Dal lifting di Berlusconi a quello dell’anima

di Umberto FolenaGuardiamoci allo specchio. Ahi. Saliamo sulla bilancia. Ahi. Siamo sinceri: non avvertiamo pure noi il bisogno di qualche ritocchino? Di una ripassatina? Di «rifare il tagliando»? E allora perché prendersela con Silvio Berlusconi che, è cosa nota, sottrae a malincuore alcune ore di tempo all’instancabile servizio della collettività per donarle al bisturi sapiente di alcuni chirurghi americani convocati in apposita clinica ticinese? Tutti ne avremmo bisogno, specialmente se ricopriamo cariche pubbliche per le quali oltre al ben-essere è decisivo il ben-apparire.

Sia dunque sincero lui, Silvio Berlusclift (contrazione di Berlusconi liftato): se non ci fosse la tv, ne avrebbe sentito il bisogno? Così vanno compresi gli amministratori di Mulazzo, in Lunigiana, che hanno inserito a bilancio 3000 euro per consentirsi i necessari ritocchi. Loro dicono che l’han fatto per burla e provocazione, ma c’è da credergli? Chi potrebbe biasimarli se, poveri, volessero almeno divenire belli? L’aria d’altronde è quella che respiriamo: densa di siliconi e disinfettanti.

Irene Pivetti ha mutato il marito, il look e il partito (tre volte, esagerata). Da fondamentalista dello spirito, portata in trionfo al Meeting ’94 quale preclaro modello di giovine cattolica del terzo imminente millennio, a fondamentalista del corpo in coppia con Platinette, sotto la parrucca troppo: la specie evolve o involve?

Il sociologo Sabino Acquaviva avrebbe roba buona da raccontarci, sull’avvento d’una nuova civiltà centrata attorno al corpo, alle sue esigenze, alla sua liberazione: la cosa curiosa è che il suo saggio «In principio era il corpo» è datato 1977. Sentite questa: «Il problema del corpo è politico» (pag. 179). Era troppo avanti e ci siamo arrivati adesso? Lifting. Lo chiedono le sedicenni ai genitori per il compleanno.

In principio è il corpo, il guaio è che ci fermiamo lì, sazi. Non pensiamo che potrebbe tornarci utile anche un vecchio, vecchissimo, eppure sempreverde lifting: quello dell’anima. Si fa in certe «cliniche» che, con pessimo senso del marketing, si ostinano a chiamare conventi, monasteri, case di spiritualità… La differenza? Il lifting del chirurgo modifica dettagli del corpo, ma lascia stanca, assopita, stressata l’anima, e si vede. Il lifting dell’anima traspare magicamente dal corpo, trasformandolo: e si vede benissimo.