Cultura & Società

Dal coro di montagna alla scuola di Fiesole

Buffo pensare che pur vantando una delle più antiche sezione del Cai (Club alpino italiano), Firenze non ha mai avuto un coro «alpino» fino al 1970, quando tre «scintille» dettero vita al Coro della Martinella: l’azione di alcuni iscritti al Sucai, il desiderio del presidente della sezione Cai di Firenze e l’entusiasmo che i soci Cai avevano dimostrato per il concerto che c’era stato alla fine del 1969 in occasione dei 50 anni di fondazione dell’Associazione nazionale alpini (Ana).

L’insieme di questi tre elementi, permise al maestro Claudio Malcapi di iniziare la conduzione del coro, tenendo le prime prove addirittura in casa sua. Inizialmente il coro fu composto da 18 elementi, che decisero di darsi nome «La martinella», «con una democratica votazione entro una rosa di 15 nomi tutti significativi della città nostra» – scrive lo stesso Malcapi in un articolo pubblicato nel 1972 sul bollettino della sezione Cai. Il repertorio proposto è quello dei classici canti di montagna e comprende inoltre i canti popolari toscani, frutto, questi ultimi, di una sistematica ricerca in varie zone della regione e caratteristica che distingue il coro dagli altri dello stesso genere popolare.

Arrivano i primi premi, nel 1974 è la volta del premio «Santa Vittoria», patrocinato dall’Anbima e lo stesso anno viene approvato ufficialmente il regolamento interno del coro. Non solo concerti ma anche incisioni: nel 1976 è la volta del primo disco, un long-playing con 12 canti, tutti toscani, cui ne seguirà un secondo nel 1989 dal titolo «Peschi Fiorenti – Canti toscani del monte e del piano» e una cassetta del 1995 «Maremma amara». Malcapi decide di concludere la sua esperienza di maestro di coro popolare nel 1990 e la conduzione del coro della Martinella viene affidata così a Fabio Azzaroli, cresciuto all’interno del coro stesso, che, prima di concludere anch’egli l’esperienza della «Martinella» ha contribuito a realizzare il quarto cd «Storie», con 16 canti. Nuovo maestro, Ettore Varacalli e nuovo cd, «Armonie di Vita» presentato al pubblico in occasione dei concerti natalizi nel 2004. Numerosi i luoghi suggestivi che hanno risuonato delle note della «Martinella», dal salone dei 500 di Palazzo Vecchio, il Teatro Regio e la Certosa di Parma e all’estero la Chiesa di Santa Eufemia a Rovigno, in Croazia.

Tra gli impegni ricorrenti, il concerto di Natale, che quest’anno si terrà il 20 dicembre, nella chiesa del Preziosissimo Sangue in Via Boccherini a Firenze, alle ore 21. Un’occasione da non perdere perché – come è scritto nella home page del sito del coro www.corolamartinella.com – «Il canto favorisce l’accrescimento del proprio essere e dell’altrui piacere».

Coro recente è invece quello della Scuola di Musica di Fiesole (www.scuolamusica.fiesole.fi.it), fondato nel 1987 su iniziativa di Piero Farulli, presidente onorario della scuola. Il coro è formato da giovani musicisti e appassionati di musica cresciuti all’interno della scuola e prende il nome di «Schola Cantorum Francesco Landini», dal nome del compositore italiano, organista, cantore, poeta e costruttore di strumenti musicali vissuto alla fine del XIV secolo. L’esordio del coro è stato nel 1989, quando ha inaugurato la XLII Estate Fiesolana, ottenendo un caloroso consenso sia del pubblico che della critica. Condotto dal maestro Fabio Lombardo, che ha all’attivo diverse conduzioni e una regolare attività concertistica, il coro è stato diretto anche dal famoso maestro Salvatore Accardo. Negli ultimi anni, il coro si sta dedicando con molta più attenzione al repertorio moderno e contemporaneo non dimenticando autori importanti del panorama musicale mondiale: da Haydn, a Haendel, Bach, fino a Mozart (riconosciuta l’esecuzione del Davidde Penintente in occasione del centenario mozartiano nel 2006) e Schumann. Nel 2007 ha realizzato con successo un breve tour di concerti eseguendo la «Juditha triumphans» di Vivaldi con l’Orchestra «Modo Antiquo».

Ma la scuola di musica di Fiesole non è solo La Schola Cantorum. Avendo come scopo la valorizzazione della musica «come fattore di crescita individuale e sociale, stimolo all’intelligenza, alla creatività e alla responsabilità», la scuola organizza inoltre numerose attività che portano le persone a scoprire la musica attraverso la voce: sono i laboratori corali, aperti a tutti con uno sguardo a 360 gradi sul mondo della musica. E lo sguardo più attento va soprattutto ai ragazzi e a i bambini: esistono infatti un laboratorio corale per bambini, il coro polifonico, il coro giovanile e i giovani madrigalisti, per far sì che la musica venga valorizzata come parte integrante della cultura e soprattutto della tradizione toscana.

Sara D’Oriano