Italia
Dal Chianti alla Pampa per «coltivare» un ideale
Quel progetto iniziale di formazione professionale e servizi alle piccole e medie imprese del settore, in gran parte spazzate via dalla crisi, fu opportunamente riconvertito per far fronte alla nuova situazione, puntando sulla valorizzazione della qualità del bestiame da carne e arrivando alla creazione di un consorzio di produttori che oggi gestisce ben 50 mila capi. Una scommessa vinta, dunque, nonostante le difficoltà: l’interesse suscitato è stato tanto che al suo fianco se ne sono aggiunti altri due. E con la collaborazione della Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze è nato un osservatorio ambientale basato su un sistema integrato che restituisce direttamente i risultati su base cartografica: uno strumento fondamentale per un Paese che ha recentemente subìto vastissimi disboscamenti dovuti all’espansione della coltivazione di soia transgenica, peraltro rivelatasi fondamentale per una minima ripresa dell’economia. Non solo: all’Avsi argentina è stato chiesto, dal 2002, anche un forte impegno per portare avanti a Buenos Aires la Obra del Padre Mario Pantaleo, nata attorno a un missionario pistoiese, scomparso nel 1992, che aveva il dono di guarire dalle malattie. Al suo interno, i cooperatori dell’associazione hanno fondato e gestiscono un centro educativo e uno di formazione professionale.
Avsi, Associazione volontari per il servizio internazionale (www.avsi.org ), ha attualmente in opera, in 35 Paesi del mondo, un centinaio di progetti pluriennali (spesso poi presi a modello per successivi interventi), guidati da circa 100 professionisti italiani con il contributo di 800 collaboratori locali, nonché oltre 30 mila adozioni a distanza attualmente attive. L’ultimo bilancio annuale assomma a 21 milioni di euro, di cui oltre il 60% coperto da donazioni di privati: adozioni per oltre la metà, contributi di aziende e soldi raccolti attraverso le centinaia e centinaia di iniziative delle «Tende», organizzate in questo periodo grazie all’impegno e alla creatività dei tantissimi amici dell’associazione.
«Poter contare su fondi non pubblici spiega Claudio è importante per essere liberi anche di fronte alle priorità istituzionali». Liberi di seguire e costruire ciò che più preme ad Avsi, per cui il centro dell’azione è sempre e soltanto la persona: obiettivo di quest’anno, ad esempio, è l’educazione, che lo slogan delle Tende definisce come «prima carità». Ed è per questo che si raccolgono soldi per sostenere il College Ave Maria di Islamabad in Pakistan e un centro di formazione per educatori nella capitale albanese, per far studiare mille bambini a Quito e Portoviejo in Ecuador, per costruire un centro educativo per ragazzi a Freetown in Sierra Leone, per finanziare borse di studio per studenti dei Paesi in via di sviluppo ma anche per il dopo-emergenza dell’uragano Katrina a New Orleans. E proprio in occasione della catastrofe della Louisiana una lezione di carità è venuta dall’Uganda, dove le persone in contatto con Avsi, poverissime e spesso anche malate di Aids, hanno voluto a tutti i costi offrire il proprio contributo, spaccando (chi poteva) più pietre del solito per raccogliere i soldi necessari. Educazione come prima carità, quindi, ma anche carità come prima educazione, soprattutto quando sono i più disgraziati della terra a donare qualcosa ad amici sconosciuti del Paese più ricco del mondo. La stessa educazione che Claudio e la moglie Chiara, specializzata in agrometeorologia, desiderano per i loro figli Leonardo, Benedetta, Caterina e Maria Isabella. E non importa se a Santa Fé imparano prima lo spagnolo dell’italiano…