Italia

Dal Chianti alla Pampa per «coltivare» un ideale

di Marco LapiA trent’anni, con un figlio di due e uno di appena sei mesi, si può lasciare la direzione di una cantina nel Chianti e volare oltreoceano per coordinare un progetto agroalimentare nella Pampa. E una volta giunti là trovarsi ad affrontare, dopo neppure tre anni, il tremendo crac economico che alla fine del 2001 ha messo in ginocchio il Paese. Oggi che di anni ne ha 37 e di figli quattro, il fiorentino Claudio Palchetti (nella foto) – responsabile Avsi in Argentina, al centro nella foto – ci racconta la sua avventura durante un periodo di vacanza in Italia.

Quel progetto iniziale di formazione professionale e servizi alle piccole e medie imprese del settore, in gran parte spazzate via dalla crisi, fu opportunamente riconvertito per far fronte alla nuova situazione, puntando sulla valorizzazione della qualità del bestiame da carne e arrivando alla creazione di un consorzio di produttori che oggi gestisce ben 50 mila capi. Una scommessa vinta, dunque, nonostante le difficoltà: l’interesse suscitato è stato tanto che al suo fianco se ne sono aggiunti altri due. E con la collaborazione della Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze è nato un osservatorio ambientale basato su un sistema integrato che restituisce direttamente i risultati su base cartografica: uno strumento fondamentale per un Paese che ha recentemente subìto vastissimi disboscamenti dovuti all’espansione della coltivazione di soia transgenica, peraltro rivelatasi fondamentale per una minima ripresa dell’economia. Non solo: all’Avsi argentina è stato chiesto, dal 2002, anche un forte impegno per portare avanti a Buenos Aires la Obra del Padre Mario Pantaleo, nata attorno a un missionario pistoiese, scomparso nel 1992, che aveva il dono di guarire dalle malattie. Al suo interno, i cooperatori dell’associazione hanno fondato e gestiscono un centro educativo e uno di formazione professionale.

Avsi, Associazione volontari per il servizio internazionale (www.avsi.org ), ha attualmente in opera, in 35 Paesi del mondo, un centinaio di progetti pluriennali (spesso poi presi a modello per successivi interventi), guidati da circa 100 professionisti italiani con il contributo di 800 collaboratori locali, nonché oltre 30 mila adozioni a distanza attualmente attive. L’ultimo bilancio annuale assomma a 21 milioni di euro, di cui oltre il 60% coperto da donazioni di privati: adozioni per oltre la metà, contributi di aziende e soldi raccolti attraverso le centinaia e centinaia di iniziative delle «Tende», organizzate in questo periodo grazie all’impegno e alla creatività dei tantissimi amici dell’associazione.

«Poter contare su fondi non pubblici – spiega Claudio – è importante per essere liberi anche di fronte alle priorità istituzionali». Liberi di seguire e costruire ciò che più preme ad Avsi, per cui il centro dell’azione è sempre e soltanto la persona: obiettivo di quest’anno, ad esempio, è l’educazione, che lo slogan delle Tende definisce come «prima carità». Ed è per questo che si raccolgono soldi per sostenere il College Ave Maria di Islamabad in Pakistan e un centro di formazione per educatori nella capitale albanese, per far studiare mille bambini a Quito e Portoviejo in Ecuador, per costruire un centro educativo per ragazzi a Freetown in Sierra Leone, per finanziare borse di studio per studenti dei Paesi in via di sviluppo ma anche per il dopo-emergenza dell’uragano Katrina a New Orleans. E proprio in occasione della catastrofe della Louisiana una lezione di carità è venuta dall’Uganda, dove le persone in contatto con Avsi, poverissime e spesso anche malate di Aids, hanno voluto a tutti i costi offrire il proprio contributo, spaccando (chi poteva) più pietre del solito per raccogliere i soldi necessari. Educazione come prima carità, quindi, ma anche carità come prima educazione, soprattutto quando sono i più disgraziati della terra a donare qualcosa ad amici sconosciuti del Paese più ricco del mondo. La stessa educazione che Claudio e la moglie Chiara, specializzata in agrometeorologia, desiderano per i loro figli Leonardo, Benedetta, Caterina e Maria Isabella. E non importa se a Santa Fé imparano prima lo spagnolo dell’italiano…

I prossimi appuntamenti• Domenica 22 gennaioFirenze, ore 16,30, presso la chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, Borgo Pinti, «Luoghi e personaggi di Firenze nella Divina Commedia: immagini e letture».Arezzo, ore 12: «Arezzo per Avsi» – Gita ad Arezzo con pranzo presso l’agriturismo Denderacchi (comune di Pergine Valdarno) e, nel pomeriggio, visita al Museo di Piero della Francesca, in particolare alla Storia della Vera Croce. • Venerdì 3 febbraioFirenze, ore 14,15, Ospedale di Careggi: incontro di sensibilizzazione dei dipendenti dell’Azienda Universitario Ospedaliera per l’iniziativa «Un’ora di lavoro per Avsi». • Sabato 4 febbraioSan Donnino (Campi Bisenzio), ore 20, Centro Spazio Reale, via Trento 193: Cena di beneficenza per Avsi organizzata da Diesse (Didattica e innovazione scolastica), con canti della tradizione popolare toscana e lotteria a premi (per iscrizioni, tel. 055-7327381). • Domenica 12 febbraioLarniano (Poppi): pranzo di chiusura delle «Tende» (per iscrizioni tel. 0575-529755, 0575-5938309).