Vita Chiesa

Dai vescovi un invito ai preti «Non trascurate la vita spirituale»

di Riccardo BigiLa situazione del clero nelle Chiese toscane, secondo i vescovi, è «complessivamente positiva». Non manca però qualche motivo di preoccupazione: per questo i pastori delle diocesi della nostra regione hanno deciso di dedicare al tema della formazione del presbiterio le prossime sedute della Conferenza Episcopale Toscana. Una prima riflessione è stata fatta già nei giorni scorsi, durante l’assemblea dei vescovi toscani all’eremo di Lecceto, sulle colline fiorentine. Ad inquadrare l’argomento è stato il cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze. «Siamo consapevoli – spiega il Cardinale – che la testimonianza e l’azione dei presbiteri sono di decisiva importanza per la vitalità e il rinnovamento in senso missionario delle nostre comunità ecclesiali. Per questo ci siamo proposti di assumere la formazione del presbiterio come tema conduttore degli incontri collegiali della Conferenza Episcopale Toscana per questo anno pastorale».I lavori sono iniziati con una ricognizione panoramica della situazione del clero nelle diocesi, che ha rivolto l’attenzione soprattutto ad alcuni punti: la vita spirituale, il rapporto con il vescovo, la fraternità sacerdotale, la disponibilità alle esigenze pastorali della diocesi, la consapevolezza dei cambiamenti culturali in ordine all’evangelizzazione, lo stimolo e il sostegno ai cristiani laici per l’assunzione di responsabilità nella Chiesa e nel mondo.

«In un mondo che cambia rapidamente – spiega Antonelli – anche le parrocchie devono rinnovarsi: c’è bisogno di comunità nuove, che mettano in luce il loro volto missionario. Si tratta di passare da una pastorale tradizionale a una pastorale più missionaria, e per questo anche i sacerdoti devono essere pronti a rispondere alle nuove esigenze». Secondo la valutazione dei vescovi toscani, prosegue il Cardinale, «la situazione nel suo complesso è positiva, anche se sono stati evidenziati alcuni aspetti su cui è necessario un cammino di rinnovamento. In particolare, è emersa l’esigenza di un confronto approfondito sui vari aspetti della formazione del presbiterio, in vista di orientamenti comuni e di un impegno più incisivo».

Il cammino proseguirà, nella prossima assemblea dei vescovi toscani a gennaio, con una riflessione che metterà l’accento su uno dei temi più delicati: la vita spirituale dei preti. «La vita spirituale – afferma Antonelli – deve essere il cuore pulsante che dà tono a tutte le relazioni umane e a tutte le attività che i presbiteri si trovano a svolgere». Troppo spesso invece questo aspetto finisce per trovare poco spazio, all’interno di giornate frenetiche in cui i preti sono presi da mille impegni.

I rischi della «vita da prete», in questo senso, sono molti: stanchezza, isolamento, sfiducia; ritmi eccessivi di lavoro, poco tempo da dedicare alla formazione personale. Le risposte a questi problemi? «Trovare più tempo per Gesù – afferma l’arcivescovo di Firenze – rinsaldare i rapporti con i fratelli sacerdoti, curare la liturgia e la preghiera personale, responsabilizzare i laici affidando loro compiti e servizi».

Coltivare la propria vita spirituale è anche un modo per servire gli altri: «È vero che ci si santifica anche con il proprio lavoro, anche donandosi agli altri, ma bisogna stare attenti al rischio di svuotarsi, di perdere le proprie motivazioni profonde. Concretamente, significa trovare più spazio per la preghiera e per lo studio. Bisogna sapersi anche liberare dai ritmi di lavoro eccessivi, che rendono tesi e inquieti, selezionare gli impegni: il parroco non è un “funzionario” che offre servizi. Occorre fare discernimento tra i compiti che ci vengono richiesti, privilegiando la disponibilità al colloquio e alla direzione spirituale».

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