Lettere in redazione
Cud: pensionati costretti al computer
Quest’anno l’Inps non spedirà il Certificato Unico dei redditi da denunciare (il cosiddetto «CUD») che dovrà essere invece richiesto via Internet. Ma la trovata pone gravi interrogativi giuridici. Non c’è legge che renda obbligatorio possedere un computer e saperlo usare. Si dice: andate a un Centro di assistenza fiscale! Ma quale? E perché devo pagare l’associazione a un Caf? E dov’è la legge che mi obbliga ad andare a iscrivermi a un Caf e finanziarlo? Ma il ministero delle finanze è d’accordo? Spero che intervenga. È costituzionale tutto questo? Che faranno le associazioni a favore dei cittadini? Per essere difesi dobbiamo iscriverci anche a queste?
Come vedete, ritengo molto più semplice il vecchio sistema. Ho amici che vivono in Germania e negli Stati Uniti. Mi hanno detto che là lo Stato stesso manda ai cittadini una proposta di «denuncia dei redditi» già compilata, una specie di bozza provvisoria, perché lo Stato (come da noi) conosce già dati anagrafici, stipendi, pensioni, redditi presunti di professionisti, artigiani, commercianti… composizione familiare. Ogni cittadino la completa o corregge con quanto gli sembri utile e sia veritiero per detrazioni o per entrate ignorate dallo Stato. Carcere per chi mente. E tutti, o quasi, sono contenti. Anche le evasioni sono ridotte, specialmente quelle totali.
Ancora una volta il legislatore (perché la norma è stata votata in Parlamento con la legge di stabilità 2013) è stato poco attento ai cittadini, introducendo – nel nome di un risparmio tutto da quantificare – una novità che ha messo in apprensione la maggior parte dei pensionati. L’Istat ci dice che solo il 16,3% della fascia d’età tra 65 e 74 anni è in grado di scaricarsi da solo il Cud via internet, percentuale che scende al 3,3% per gli over 75. Occorre tra l’altro una procedura non semplice (con codice fiscale e Pin) Certo, molti sono già convenzionati con centri Caf e possono rivolgersi a loro, però giustamente non si può obbligare a passar dai Caf o dagli uffici postali (quelli con «sportello amico» e comunque a pagamento). Altra strada è quella della posta certificata (in tal caso basta inviare una mail), ma qui il numero di chi è in grado di farlo si riduce ancora, perché purtroppo le caselle di posta certificata sono una rarità, sconosciuta ai più. Forse è utile ricordare che esiste comunque un modo per farsi inviare a casa il Cud alla «vecchia maniera»: chiamare il numero verde dell’Inps 800 434320, raggiungibile solo da rete fissa. In alternativa anche il numero 803.164 gratuito (da rete fissa) e lo 06.164164 (a pagamento) da cellulare.
Claudio Turrini