Toscana
«Cucinarte», detenuti di Ranza ai fornelli con gli alunni dell’Istituto enogastronomico di Siena e San Gimignano
Detenuti a scuola di cucina dai futuri chef per un progetto di solidarietà e integrazione lungo un anno e che ha portato alla realizzazione di un ricettario. E’ Cucinarte, il progetto realizzato dall’Arci Solidarietà I’ Circolo di San Gimignano in collaborazione con l’istituto enogastronomico dell’Istituto Tecnico Agrario Ricasoli di Siena e San Gimignano e la casa circondariale di Ranza con il patrocinio del Comune di San Gimignano, e che vedrà domenica 31 maggio nella sede dell’associazione «Arci Solidarietà I’ Circolo» un pranzo cucinato da studenti e detenuti insieme ai fornelli oltre alla presentazione del ricettario.
Il progetto E’ durato un intero anno scolastico con laboratori di cucina a scuola e in carcere. E’ stata inizialmente organizzata una gara di cucina dove 18 studenti della classe terza dell’Istituto Enogastronomico di San Gimignano hanno sperimentato le conoscenze acquisite nel percorso formativo creando piatti e portate assaggiati e giudicati da una giuria di detenuti e dagli operatori penitenziari del carcere di Ranza. E’ stata poi la volta di 20 detenuti del Circuito di Alta Sicurezza che hanno vestito i panni di studenti per approdare ai fornelli ed essere poi giudicati da una giuria di alunni e docenti. I piatti migliori sono stati quindi premiati e i vincitori selezionati per realizzare il pranzo finale con giovani studenti e detenuti fianco a fianco in cucina per le famiglie degli studenti e per la popolazione.
Il plauso dell’assessore «Cucinarte si inserisce a pieno titolo nel programma di azioni che questa amministrazione comunale – ha commentato Ilaria Garosi, assessore alle politiche sociali del Comune di San Gimignano – ha promosso negli ultimi anni, nei limiti delle proprie competenze, per reintrodurre la struttura carceraria e i detenuti nella rete sociale e associativa del territorio. Nella consapevolezza che molto deve essere ancora fatto da parte di tutte le istituzioni interessate, siamo lieti di aver appoggiato iniziative come queste che contribuiscono alla costruzione di un ponte tra il dentro e il fuori. Un ponte utile per la consapevolezza nei nostri cittadini della presenza di questa realtà “difficile” ma importante, utile a far sentire meno soli i lavoratori che a vario titolo operano all’interno delle mura carcerarie e, in particolare è un’occasione per offrire una rete sociale che possa essere opportunità di rinforzo alla finalità costituzionale del carcere. Di estremo valore – ha concluso Garosi – è che questo ponte sia stato creato all’interno di un progetto che ha come cuore il volontariato motore di inclusione sociale».
Le finalità Il progetto si è posto l’obiettivo di catturare l’attenzione sul tema dell’inclusione sociale, della solidarietà e del volontariato, portando fuori dal carcere la voce e l’esperienza dei detenuti e, allo stesso tempo, si è offerto ad un gruppo di studenti l’opportunità di fare un’esperienza che ha permesso loro di entrare in contatto con una realtà del tutto sconosciuta, con la finalità di educare alla legalità e incentivare lo spirito di solidarietà.