Opinioni & Commenti
Crollano i giganti economici: pagano i più deboli e le famiglie
di Giovanni Pallanti
L’economia, frutto del mondo globalizzato, si sta afflosciando su se stessa. Uno dei due giganti asiatici, l’India, sta conoscendo una discesa considerevole se si pensa che oggi, la crescita economica, si è assestata intorno al 7,3% che, per loro, è quasi il dimezzamento di quanto programmato poco tempo fa.
La produzione industriale è diminuita dell’1,9% mentre l’anno passato era lievitata del 10,9%. La moneta indiana, la rupia, si è deprezzata del 24% sul dollaro americano. Molti capitalisti indiani stanno esportando ingenti capitali all’estero. Il miracolo indiano sembra svanito e con esso svanisce la crescita dell’economia mondiale che conosce anche una forte recessione in Cina dove numerose fabbriche stanno chiudendo licenziando migliaia di lavoratori: il connubio tra regime comunista e capitalismo selvaggio non funziona più.
Il capovolgimento del mondo ha subìto quest’anno una formidabile battuta d’arresto: i giganti asiatici, con una manodopera a basso prezzo, sembravano delle corazzate invulnerabili. Invece la crisi dei mercati mondiali, e in special modo quelli occidentali, ha determinato un gelo al processo di arricchimento dei nuovi colossi produttori.
La crisi finanziaria che ha devastato il sistema bancario degli Stati Uniti, con riflessi gravissimi sulle economie dell’Occidente, sta facendo sentire il peso della regressione della ricchezza alle singole famiglie che, come conseguenza primaria, hanno ridotto i consumi limitando la spesa ai soli beni alimentari e di prima neccessità.
In questa situazione lo spazio per lo sviluppo della ricchezza delle singole nazioni è praticamente ridotto intorno allo zero.
Se non si trova un nuovo equilibrio mondiale che coniughi i diritti umani e quelli civili al mondo del lavoro, non si arriverà facilmente ad un riequilibrio di questa situazione.
Se nel mondo non saranno riconosciuti gli stessi diritti e gli stessi doveri ai facenti parte dei diversi sistemi produttivi non ci saranno mai, per tutti, le stesse condizioni di vita, di guadagno e di consumo.
I provvedimenti presi dal Governo italiano per alleviare la miseria delle famiglie a bassissimo reddito (esempio: la social card di 40 euro al mese) sono come una goccia d’acqua per una persona che non beve da tre giorni. Quello che è necessario è una rinegoziazione degli accordi commerciali su scala mondiale e la creazione di una authority internazionale che controlli l’applicazione dei diritti universali dell’uomo e condizioni a questi diritti l’adesione dei singoli stati nazionali al mercato comune mondiale.
I primi otto paesi industriali della Terra, tra i quali c’è l’Italia, devono operare per raggiungere questo fondamentale obiettivo. In modo particolare il governo italiano dovrebbe creare rapidamente gli ammortizzatori sociali per i lavoratori precari e aumentare le indennità di cassa integrazione per chi perde temporaneamente il posto di lavoro, combattere il lavoro nero e l’evasione fiscale e detassare in modo congruo le famiglie con più di due figli minori e con un reddito netto di 2mila euro al mese.