Saranno i diciassette giudici della Grande Camera a decidere sulla sentenza espressa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo sulla esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche in Italia. La sentenza, emessa il 3 novembre 2009, aveva ritenuto lesiva della libertà religiosa e della libertà di educazione la presenza del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche. Il governo di Roma aveva presentato ricorso il 29 gennaio, sostenendo che le questioni religiose debbano essere regolate a livello nazionale in quanto rispondenti a elementi distintivi dell’identità di una nazione; in secondo luogo il ricorso sosteneva che attualmente non esiste in Europa una interpretazione condivisa del principio di laicità dello Stato. Ora la stessa Corte ha accolto le obiezioni italiane come fondate e il caso dovrà essere riesaminato dalla massima Corte, espressione del Consiglio d’Europa, dove siedono di diritto il presidente e i vice-presidenti della Corte e i presidenti di sezione.Il ricorso dell’Italia contro la sentenza sulla presenza dei crocifissi nelle scuole pubbliche italiane, emessa a novembre scorso dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, è stato valutato e accolto da un collegio di 5 giudici della Grande Camera di Strasburgo. Il collegio ha ritenuto che il caso solleva una questione grave relativamente alla interpretazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo: il chiarimento giunge al SIR da Stefano Piedimonte, capo dell’ufficio stampa della Corte stessa. Si tratta di un evento tutt’altro che consueto e che di fatto riapre l’intera procedura: Ora la Grande Camera esaminerà di nuovo il caso. La Corte, composta da 17 giudici, lavorerà in inglese e francese, e sarà possibile alle parti terze (Stati, singoli cittadini) presentare osservazioni scritte nel merito. Di solito questa procedura spiega Piedimonte può durare vari mesi. Si giungerà quindi a una nuova sentenza, che sarà definitiva, quindi inappellabile, sulla cui applicazione vigilerà il Comitato dei ministri, massimo organo del Consiglio d’Europa. La composizione della Grande Camera, che dovrà giungere a una nuova sentenza sulla esposizione dei crocifissi nelle scuole, sarà definita a uno stadio ulteriore del procedimento di ricorso. Nessuno dei giudici spiega una nota dell’ufficio stampa della Corte di Strasburgo, guidato da Stefano Piedimonte che avevano preso parte alla sentenza del 3 novembre potrà entrare nella composizione della Grande Camera, ad eccezione del presidente della Corte allora pronunciatasi e del giudice eletto a rappresentare l’Italia. Tale giudice è Vladimiro Zagrebelsky, il cui mandato scade il 25 marzo 2010, ma egli potrà restare in funzione fino all’arrivo del suo successore, Guido Raimondi, indicato il 26 gennaio scorso. Sempre oggi il collegio di cinque giudici che si è occupato della sentenza sul crocifisso ha accolto un ricorso riguardante il caso Giuliani e Gaggio contro l’Italia, riferito ai fatti del G8 di Genova, sul quale si era espressa una Camera della Corte nell’agosto 2009.Il crocifisso esprime il centro della nostra fede cristiana la sintesi dei valori che hanno ispirato la cultura di libertà, di rispetto della persona e della dignità dell’uomo che sta alla base dell’Occidente. Ad affermarlo l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, commentando la notizia dell’accoglimento della Corte europea dei diritti dell’uomo del ricorso dell’Italia contro la sentenza che imponeva di togliere la croce nelle scuole. Parlando al suo arrivo, oggi, all’incontro con il mondo della scuola organizzato dall’ufficio scolastico diocesano, il porporato ha affermato che la sentenza è un atto di buon senso da tutti auspicato perché rispetta quella che è la tradizione viva del nostro Paese e perché riconosce un dato storico oggettivo secondo cui alla radice della cultura e della storia europea c’è il Vangelo che è riassunto in Gesù crocifisso. In merito alla presenza dei crocifissi nelle aule il cardinale ha affermato: L’importanza dei segni fa parte dell’antropologia perché l’uomo è anima e corpo, non puro spirito o un’idea astratta e quindi, attraverso la corporeità, tutti noi esprimiamo i nostri sentimenti e i nostri valori che sono nel cuore e che resterebbero invisibili, se non comunicati, se non fossero espressi attraverso dei segni visibili.Sir