Vita Chiesa
«Cristiani si diventa»: proposte per educare i giovani alla fede
di Jacopo Masini
«L’educazione e la formazione sono un impegno importante non solo per la comunità cristiana ma anche per tutta la società civile». Con queste parole mons. Giovanni De Vivo, Vescovo di Pescia, ha dato inizio al Convegno della Consulta delle Aggregazioni Laicali, che si è svolto domenica 18 novembre al Centro Don Gnocchi di Pozzolatico, sul tema «Cristiani si diventa. Cammini di formazione per le giovani generazioni in un mondo che cambia». Un nuovo momento di riflessione dopo il convegno dell’anno passato sul disagio giovanile, che ha voluto sottolineare il ruolo della formazione e della educazione come questioni fondamentali per i giovani d’oggi.
Ad approfondire l’argomento è intervenuto Luigi Alici, docente di filosofia morale all’Università di Macerata e di Filosofia teoretica presso la Lumsa, e Presidente dell’Azione Cattolica Italiana. Nella sua relazione Alici si è interrogato su quanto i giovani «respirino l’insicurezza pedagogica di cui è intrisa la società». Riprendendo alcuni spunti emersi già nella Settimana Sociale dei Cattolici Italiani da poco conclusasi a Pisa e Pistoia, il professor Alici ha sottolineato come«l’emergenza formativa debba essere al centro della comunità ecclesiale. Una vera emergenza – ha proseguito sempre Alici – per cui dobbiamo adoperarci per leggere il nostro tempo e fare dei progetti educativi in cui i giovani stessi si sentano protagonisti».
I giovani non sono una specie protetta o un soggetto pastorale qualsiasi. È stato mons. De Vivo a mettere in rilievo come i giovani non solo siano «dei vettori di entusiasmo per tutta la Chiesa», ma anche quanto «ci invitino a guardare alla realtà in una prospettiva di concretezza di fronte ai problemi effettivi, senza essere confusi o astratti». Riallacciandosi alla recente esperienza del Convegno di Pastorale Giovanile, Familiare e Vocazionale, De Vivo si è trovato in piena sintonia con Alici nell’affermare che «nell’educazione dei ragazzi la famiglia ha un compito sostanziale». «I genitori non possono essere i migliori amici dei propri figli – ha spiegato poi Alici – perdendo così tutto il valore di un rapporto che contiene in sé delle identità ben precise».
Cultura dell’immediatezza, narcisismo, utilitarismo. Ecco i principali messaggi che i giovani, a partire dalla pubblicità, si trovano a recepire. «È difficile comunicare ad un giovane l’idea di un progetto, per cui conta solo come ci si sente quando si fa qualcosa, in una generale svalutazione delle relazioni umane viste solo come strumento e non come bene. – ha puntualizzato Alici – Ma questi disvalori devono essere anche letti negli aspetti positivi che possono recare». Sete di autenticità, di dialogo vero, di responsabilità e di gratuità in ciò che si fa. Sono sfide importanti, «decisive» secondo il Vescovo De Vivo. Le aggregazioni laicali costituiscono uno strumento valido ed efficace, «non solo come fonte di aggregazione per i giovani – hanno concluso sia Alici che De Vivo – ma anche come un’immagine nuova di Chiesa». Una sinfonia dunque, come ha tratteggiato Alici, in cui il direttore d’orchestra non può che essere Gesù Cristo.