Toscana
Cristiani in politica, debutta il Collegamento
«Cattolici, società e politica nell’Italia dello «smarrimento»: valori comuni e strade diverse? è il tema di un incontro organizzato dal «Collegamento sociale cristiano» come primo momento pubblico del progetto culturale per i cattolici impegnati in politica. L’appuntamento questo sabato 7 dicembre alle 15 presso la Sala Verde di Palazzo Incontri dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze (via de’ Pucci, 1). L’incontro sarà coordinato dal direttore di «Toscanaoggi» Alberto Migone e vedrà un introduzione del vescovo di Prato, Gastone Simoni, che è anche delegato della Conferenza episcopale toscana per i problemi sociali e il lavoro, alla quale seguiranno gli interventi di Piero Barucci, Ivo Butini, Franco Cardini, Pierantonio Graziani e Sabrina Sergio Gori.
«Partendo dalla Centesimus annus spiega monsignor Simoni nella lettera invito proveremo a riflettere sulle ragioni che continuano a giustificare, sia pure in un contesto di evidente pluralismo nelle singole opzioni politiche, una ben più forte appartenenza comune attorno a valori che abbiamo ereditato dalla dottrina sociale della Chiesa e che siamo tutti impegnati, nei rispettivi ambiti a tradurre in scelte quotidiane». Sul tema abbiamo sentito il gesuita padre Michele Simone, vicedirettore della prestigiosa «Civiltà cattolica» nonché riconosciuto politologo.
Padre Simone, partiamo da una cosa risaputa, ma che non è mai male ribadire: quali sono i valori irrinunciabili per un cristiano impegnato in politica?
«I valori irrinunciabili per un cristiano impegnato in politica sono quelli dettati dalla dottrina sociale della Chiesa, ben noti, appunto: la dignità della persona umana, al di là della razza, del sesso, della religione; la difesa e la promozione della vita dal suo sorgere sino alla sua fine naturale; la promozione della famiglia fondata sul matrimonio; la promozione del bene comune della società, fra l’altro anche con il riconoscimento dell’autonomia della società civile; la promozione della democrazia, con tutte le sue forme di partecipazione e quindi con il rispetto degli avversari; l’attenzione fattiva nei confronti degli ultimi, dei più poveri, degli immigrati; il contrasto nei confronti delle grandi disparità economiche e culturali presenti nella società di oggi; il diritto al lavoro, e così via. Di fronte a questo elenco, del tutto incompleto, non va dimenticato che nell’attuale situazione italiana, oltre ai partiti che si rifanno esplicitamente all’ispirazione cristiana e che quindi accettano la dottrina sociale della Chiesa nelle proprie enunciazioni tematiche, sono presenti anche altri partiti, soprattutto nella coalizione di centrodestra, che affermano di accettare la dottrina sociale della Chiesa; anzi qualcuno ne fa proprie le enunciazioni nel proprio statuto, magari poi, ad esempio, giungendo a interpretare la richiesta di indulto ripetuta dal Papa in Parlamento come una proclamazione di principio che giustifica anche il rifiuto di approvare qualsiasi proposta di clemenza».
Se questi sono i valori irrinunciabili, quali sono le «strade diverse» percorribili da parte di coloro che condividono questi valori comuni?