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CRISI USA-IRAQ, NUOVA RISOLUZIONE ONU CON LE SEI CONDIZIONI POSTE DA BLAIR

Voto al più presto, al massimo entro la settimana, sulla nuova risoluzione aggiornata con le proposte della Gran Bretagna ed una certezza: se il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovesse dire di no all’intervento armato, l’America farà scattare prestissimo l’azione militare. Comunque Washington insiste per un voto in tempi brevi, forte anche dei voti favorevoli raccolti con il pressing diplomatico ed economico tra i sei Paesi indecisi del Consiglio di sicurezza: adesso i voti a favore, secondo l’amministrazione americana, sarebbero 8 e resterebbe da convincere solo uno dei due ancora indecisi, cioè Cile e Messico. La risoluzione comunque non passerebbe perché per essere approvata ha bisogno di nove voti favorevoli e nessuno contrario tra i cinque membri permanenti, mentre la Francia continua a ripetere che voterà no, anche alla nuova proposta inglese. La Russia invece sembra prendere tempo per studiare le sei condizioni indicate da Tony Blair in una concitata sessione di lavori alla Camera dei Comuni. Secondo il premier inglese Saddam Hussein dovrà dimostrare, attraverso l’adempimento di una serie di test, la propria piena cooperazione con l’Onu. Queste le sei condizioni imposte dalla Gran Bretagna al dittatore di Baghdad per evitare un conflitto:

– Deve fare una dichiarazione in tv – da trasmettere in Iraq e all’estero – in cui ammette di essere in possesso di armi di sterminio e si impegna a disfarsene

– Deve permettere a 30 scienziati iracheni di uscire dall’Iraq insieme alle loro famiglie per incontrare gli ispettori dell’Onu

– Deve consegnare le scorte di antrace e di altri agenti chimici e batteriologici di cui, secondo gli ispettori, è ancora in possesso o produrre documenti che dimostrino cosa ne è stato

– Deve impegnarsi a distruggere tutti i missili proibiti dalle risoluzioni Onu

– Deve fornire una lista dei droni in grado di diffondere agenti tossici su aree vaste

– Deve consegnare tutti i laboratori mobili per la produzione di agenti batteriologici.

“Se sottolineeremo con chiarezza queste condizioni – ha detto il premier britannico – e se riusciremo ad ottenere il sostegno delle Nazioni Unite, allora avremo una possibilità di evitare il conflitto. Ma è importante dimostrare la nostra ferma determinazione ad agire se Saddam non coopererà”.