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CRISI USA-IRAQ, IL COLLEGAMENTO SOCIALE CRISTIANO SCRIVE AI PARLAMENTARI

La guerra, anche con la partecipazione indiretta, sarebbe un disonore per la civiltà europea e occidentale. I politici italiani sono pertanto invitati a confrontarsi «con le parole, le richieste, le esortazioni e l’azione» del Papa e della Santa Sede «finalizzate a scongiurare, anche in extremis, l’annunciata e minacciata guera in Iraq». L’invito porta la firma del «Collegamento sociale cristiano» e compare in calce ad una lettera inviata in questi giorni a senatori e deputati.«Non si può mantenere e accrescere la propria credibilità e autorevolezza e raggiungere, a livello mondiale e nell’area mediorientale, indubbiamente così decisivi per il futuro, obiettivi politici e strategici in sé legittimi, programmando e compiendo – si legge nella missiva – atti di forza irrispettosi dell’etica e del diritto e seminatori di morte e di risentimenti. Non si possono abbattere tiranni di turno, regimi oppressivi e organizzazioni terroristiche se non con “un più” di giustizia, di “globalizzazione della solidarietà” e di dialogo, valori che appartengono alla sostanza della politica e danno credito alla fermezza necessaria. Non si aspetti, infine, un’altra crisi e un’altra sciagura per operare con intensità e intelligenza a rafforzare l’autorità dell’Onu».

Insieme alla lettera ai parlamentari, il «Collegamento sociale cristiano» ne ha inviata una al Segretario di Stato, il cardinale Angelo Sodano, con la quale si chiede di trasmettere a Giovanni Paolo II «la più convinta solidarietà e la più fervida gratitudine per l’opera indefessa finalizzata a scongiurare la minacciata guerra in Iraq».

Un’opera definita «profetica e diplomatica» allo stesso tempo. Ma se alla fine la guerra dovesse esplodere «non ci faremo ingannare dalla propaganda», dicono i responsabili del «Collegamento»: «La guerra, intesa e praticata come soluzione dei conflitti di interessi e di vedute, non solo è sempre un mezzo inadeguato a sconfiggere il male, ma è, essa stessa, un male, un grandissimo male, una grandissima sconfitta della ragione e della politica».

Ecco il testo della lettera inviata ai parlamentari:

1. Il COLLEGAMENTO SOCIALE CRISTIANO chiede agli Onorevoli Senatori e Deputati di confrontarsi ancora con le parole, le richieste, le esortazioni e l’azione indefessa di Papa Giovanni Paolo II e della Santa Sede finalizzate a scongiurare, anche in extremis, l’annunciata e minacciata guerra in Iraq. In questo appello non c’è nessuna minore considerazione della laicità e dell’autonomia delle Loro coscienze e delle Loro irrinunciabili e indelegabili responsabilità.

2. Non si voglia disonorare – con questa guerra, e con la partecipazione diretta o indiretta ad essa – la civiltà europea e occidentale. Essa, la civiltà europea occidentale, sarà tanto più grande e coerente con le sue radici umanistiche e cristiane, quanto più gli Stati di questa antica e progredita area del mondo difenderanno e promuoveranno non solo i propri interessi, ma quelli di tutti i popoli, e quanto più, al tempo stesso, tutto questo avverrà nel quadro di un diritto e di un ordinamento in-ternazionale giusto, solido e rispettato anzitutto dalle Nazioni economicamente e militarmente più forti.

3. Non si può mantenere e accrescere la propria credibilità e autorevolezza e raggiungere, a li-vello mondiale e nell’area mediorientale, indubbiamente così decisiva per il futuro, obiettivi politici e strategici in sé legittimi, programmando e compiendo atti di forza irrispettosi dell’etica e del dirit-to e seminatori di morte e di risentimenti. Non si possono abbattere tiranni di turno, regimi oppres-sivi e organizzazioni terroristiche se non con “un più” di giustizia, di “globalizzazione della solida-rietà” e di dialogo, valori che appartengono alla sostanza della politica e danno credito alla fermezza necessaria. 4. Non si aspetti, infine, un’altra crisi e un’altra sciagura per operare con intensità e intelli- ————-(1) Il COLLEGAMENTO SOCIALE CRISTIANO è un’Unione di laici (attualmente alcune centinaia) che, operanti a diversi livelli ecclesiali, associativi e civili, intendono tener vivo nella base cattolica il senso della comune Appartenenza al “movimento cattolico” nel mondo, più importante delle diverse appartenenze associative e, ancor più, politico-elettorali, per quanto coerenti e serie esse siano. Questi laici vogliono impegnarsi, conse-guentemente, sia in un’esperienza di incontro e di formazione aperta a tutti, sia nella ricerca di “tradurre” l’ispirazione evangelica e l’ “intera” dottrina sociale della Chiesa in cultura e in presenza ed azione socio-politica. Tutto ciò senza mai dimenticare che rientra nell’identità dei cattolici il dialogo e, finché è possibile, la collaborazione con tutti e fra tutti per il bene comune “locale e globale”. Il CSC mira non solo ad avere ade-sioni personali, ma in particolare ad agire attraverso nuclei o circoli locali.Referenti del CSC il Vescovo Gastone Simoni (P.zza Duomo 48, 59100 Prato – fax 0574 499750 – e-mail: diocesipo@libero.it) e Alberto Migone, direttore del settimanale Toscanaoggi (Via de’ Pucci2, 50122 Firenze – fax 055 2776624 – e-mail: redazione@toscanaoggi.it)genza a rafforzare l’autorità dell’ONU, se necessario con riforme largamente condivise, a dare unità di indirizzo all’Europa, e a tessere la tela di un ordine mondiale che sostituisca l’attuale disordine e sia basato sui diritti-doveri umani di ogni uomo e di ogni nazione, sul diritto internazionale, su una nuova organizzazione dell’intera famiglia umana, su un’autorità politica democratica e credibile ad ogni livello della vita pubblica (cfr., di Giovanni Paolo II, il Messaggio per la Giornata mondiale della pace, 1 gennaio 2003, n.6, e il Discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede il 13 gennaio 2003, n.4).