«Non mi pare che nella vicenda vissuta da queste persone l’impegno di Poste Italiane per il lavoro risulti evidente o apprezzabile». Così il vescovo di Pistoia, Mansueto Bianchi, in una lettera inviata al ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera sulla vicenda «Transystem» (l’azienda partner di Poste Italiane spa, con un ramo pistoiese che occupa 12 persone) per la consegna delle raccomandate. Schierandosi a fianco di lavoratori il cui posto è seriamente minacciato, il vescovo Bianchi trasmette al ministro anche la lettera che gli era stata indirizzata dai lavoratori pistoiesi. «Ho letto con estrema attenzione la vostra lettera scrive ai pistoiesi della Transystem il vescovo con un quadro davvero sconfortante sia per i criteri di gestione adottati da Poste spa sia per la situazione penosa in cui voi e le vostre famiglie verrete a trovarvi: una situazione penosa non solo economicamente ma anche sotto il profilo della dignità personale, dell’autostima, delle relazioni familiari e sociali». Nella loro lettera, che il vescovo ha girato a Corrado Passera, i lavoratori pistoiesi Transystem ricordano come il prossimo primo luglio circa duemila persone, in tutta Italia, perderanno il lavoro a causa di una decisione unilaterale di Poste Italiane (che da decenni esternalizza alcuni servizi, tra cui il recapito delle raccomandate) di ridimensionare gli appalti.Poste Italiane denunciano i lavoratori al vescovo non ha deciso di tagliare per essere più competitiva, non ha deciso di investire in software o persone, ma ha semplicemente deciso di tagliare per ottimizzare ancora di più e a pagare saremo solo noi dipendenti degli appalti postali o forse anche qualche collega postino. L’intera documentazione, pubblicata sul sito diocesanowww.diocesipistoia.it, è anche nelle mani del direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, Selma Ferrali, cui mons. Bianchi ha chiesto di seguire con attenzione la vicenda. (MB).