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CRISI ECONOMICA: VESCOVO AREZZO, SERVE UNA NUOVA SOLIDARIETA’

Lo «spettro della disoccupazione» aleggia sull’aretino. Lo scrive il Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Gualtiero Bassetti, nel messaggio alla diocesi per il Natale dedicato alla crisi economica che sta colpendo soprattutto i comparti orafo e manifatturiero. «Con la fine dell’anno – spiega il presule – numerose aziende della provincia vedranno diminuire gli ordinativi e si prevede una riduzione della manodopera attraverso il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato. In altre imprese sono state programmate ferie forzate, mentre in altre ancora si ricorrerà alla cassa integrazione che ha raggiunto livelli preoccupanti nell’intera zona».La riflessione di monsignor Bassetti prende spunto da un paragone. «Dio si è fatto uomo in un luogo di povertà. E oggi, purtroppo, i luoghi del bisogno sono sempre più anche le case delle nostre famiglie. Case in cui manca il lavoro, in cui non ci sono i soldi sufficienti per arrivare alla fine del mese e far studiare i figli». Altro problema che allarma il Vescovo è la «perdita della casa acquistata con fatica ricorrendo ad un mutuo o a prestiti alle cui rate adesso non si riesce a far fronte». Poi un riferimento ai timonieri d’azienda: «Un pensiero va anche agli imprenditori locali che si stanno confrontando con una grave congiuntura negativa e corrono non pochi rischi anche di natura personale».La Chiesa è accanto a coloro che sono in difficoltà. «Come comunità cristiana, siamo vicini a chi è toccato da questi cambiamenti», spiega il Vescovo. Poi indica una possibile strada da percorrere per affrontare la crisi economica. «Di fronte ad una fase così delicata, il “fattore” decisivo è ancora una volta l’uomo che deve restare il vero protagonista dell’agire sociale. In quest’ottica è opportuno immaginare nuove forme di solidarietà. Quanto più profonde sono le trasformazioni, tanto più decisivo deve essere l’impegno dell’intelligenza e della volontà a tutelare i più deboli e le famiglie. Un ruolo di primo piano viene assunto dalle istituzioni che sono chiamate ad attuare azioni capaci di giovare alla crescita della persona, della società e del bene comune. Inoltre è importante che tutti coloro che hanno ruoli di responsabilità si sentano sollecitati a suggerire linee per guidare il cambiamento nel senso più favorevole alla nostra terra».