Toscana

Crisi economica, le diocesi di mobilitano

Secondo l’ultimo Rapporto Eurispes, diffuso il 30 gennaio scorso, il 66% di italiani fatica ad arrivare al 20 del mese. Solo una famiglia su tre riesce a risparmiare qualcosa, il 20% è costretto a contrarre mutui per cure mediche. E cresce il credito al consumo, anche per i generi alimentari.

La crisi economica si fa sentire anche in Toscana. Secondo una ricerca della Cgil Toscana, sono 791 le aziende in crisi, che danno lavoro a circa 39.500 toscani. I settori più colpiti sono quello tessile e dell’abbigliamento, il metalmeccanico e il settore chimico-farmaceutico. Lo conferma anche l’aumento della cassa integrazione ordinaria, raddoppiata in gennaio rispetto all’anno precedente (785.326 ore contro le 321.252 del gennaio 2008). Nella provincia fiorentina, tutta una miriade di piccole aziende di pelletteria, moda e calzature, hanno mandato a casa i loro lavoratori, ma anche a Prato è grave la crisi del tessile con 4.200 operai sospesi dal lavoro o licenziati e sei aziende di media grandezza chiuse.

A Livorno ci sono 5.475 operai in cassaintegrazione nel settore metalmeccanico, a Massa 909 dipendenti si sono trovati senza un lavoro, tra cui i 345 della Eaton che ha chiuso i battenti. In totale, le attività cessate in Toscana alla fine del 2008 sono 49, dieci solo nella provincia di Pistoia. La crisi morde nelle province di Lucca e Arezzo soprattutto nel settore chimico, rispettivamente 344 e 503 dipendenti in cassa integrazione o in mobilità, di cui 250 operai sospesi dal lavoro solo alla Polynt di San Giovanni Valdarno.

Di fronte a questa emergenza si sono mobilitate anche le Chiese. Della «questione economica» che affligge in questo momento «tutto il mondo», e che è «frutto soprattutto delle speculazioni finanziarie che hanno stravolto i pur deboli equilibri del mercato e finito per creare sacche di povertà sempre più vaste e consistenti», ne hanno discusso i vescovi toscani, nella loro ultima riunione, a Lecceto, raccogliendo l’idea emersa a livello nazionale «di istituire un fondo per far fronte ai disagi di coloro che sono particolarmente colpiti da questa crisi, in particolare le famiglie» e «valutando come integrare questo iniziativa con le molteplici che già ordinariamente si realizzano nelle varie Diocesi soprattutto attraverso le Caritas». Intanto a Milano, il Fondo famiglia-lavoro, annunciato nella notte di Natale dall’arcivescovo Dionigi Tettamanzi e pensato «per dare una mano a chi perde il lavoro», ha già superato i 2 milioni e mezzo di euro. (Claudio Turrini) (

Nella foto, un Centro di ascolto Caritas)

Protesti e fallimenti aumentati nel 2008Conti in affanno per famiglie e aziende toscane, nei primi mesi dieci mesi del 2008, sei province toscane hanno registrato un sensibile aumento di assegni e cambiali protestate. Secondo i dati di Unioncamere, la provincia di Firenze è la più esposta con 12.560 effetti in sofferenza per un importo complessivo di 36 milioni 829 mila euro. Sono cresciuti gli assegni (+4,2%) e il loro valore (26,2%); in aumento anche le cambiali (+5,8%) e il relativo importo (+29,6%). Seconda Pisa (+ 26,5%) con 16. 555.424 euro di esposizione e 5.648 effetti protestati (+26,5%). A Pistoia con 15.299.088 euro cala l’importo complessivo (-7,4%),  ma aumenta il numero degli effetti protestati (+10,1%).

Aumenta ad Arezzo  l’importo degli effetti protestati (14.291.677 €, +17,3%), diminuisce sensibilmente il numero (-20,3%). Stessa cosa avviene a Prato con 11.418.252  € , ma con meno effetti protestati. A Grosseto crescono gli importi (8.230.139 €) diminuiscono seppure di poco gli effetti (-1,1%). Stessa cosa accade a Massa Carrara con 7.391.269 (+8,3%) ma con meno protesti (-7,4%). Segnali di miglioramento a Lucca dove a un importo di 11.408.923 (-12,51%) di 5.700 effetti protestati corrisponde un calo del  10,8%. A Livorno calano importi (-16,4%) ed effetti (5.415, -1,4%) per un importo di 8.009.627 €.  A Siena calano sensibilmente gli effetti protestati (-12,5%) e il loro importo complessivo (-19,7%) corrispondente a 7.248.512 euro.

Il progressivo aggravarsi della crisi economica pesa sulle imprese toscane, con il notevole aumento dei fallimenti, 854 nel 2008 contro i 477 del 2007, con una crescita percentuale del 79%, secondo i dati diffusi dalle Camere di commercio. Colpite soprattutto le imprese più piccole del tessile, abbigliamento e manifatturiero, le più esposte alla congiuntura. Sei province hanno raddoppiato il numero dei fallimenti, con l’incremento record di Grosseto, 27 nel 2008 contro i 7 dell’anno precedente. (Ennio Cicali)

LUCCA: INTERVISTA ALLA DIRETTRICE DELLA CARITASMicrocredito e sostegno economico

di Lorenzo Maffei

Domenica 15 febbraio nelle parrocchie di tutta la diocesi di Lucca è stato letto un messaggio del vescovo Italo Castellani per sensibilizzare le comunità al particolare momento sociale ed economico che stiamo vivendo, e tutte le offerte raccolte durante le messe sono state destinate ad aumentare la base economica di 120 mila euro che la diocesi ha già messo a disposizione con due progetti curati dalla Caritas, a favore delle famiglie colpite dalla crisi economica. A Donatella Turri, direttrice della caritas diocesana, chiediamo di descriverci il senso di questa scelta della Chiesa di Lucca.

Perché la caritas diocesana di Lucca si è attivata con due progetti a favore delle famiglie colpite dalla crisi economica?

«La caritas diocesana già negli ultimi mesi del 2008 era stata sollecitata da parrocchie e associazioni ad attivarsi per coordinare azioni di sostegno e accompagnamento di alcuni casi. La crisi economica, aldilà della retorica, si fa sentire davvero. A Viareggio è dura la situazione per i lavoratori dei cantieri navali e del lapideo. Nella Piana di Lucca e in Garfagnana ci sono movimenti delle industrie che non promettono nulla di buono. Molte, e su tutto il territorio, sono le cooperative che stanno perdendo appalti. A fronte di questa situazione i volti di coloro che si rivolgono ai centri d’ascolto della caritas sono cambiati. Non ci sono solo le situazioni “storiche” e conosciute da tempo. Ci sono famiglie da considerarsi “normali” che si sentono strozzate dal mutuo, che non arrivano a fine mese. Allora, sostenuti e incoraggiati dal vescovo mons. Italo Castellani, abbiamo elaborato due progetti».

Operativamente avete attivato un fondo di sostegno e un percorso di microcredito. Ma di cosa si tratta?

«Il fondo di sostegno va a vantaggio proprio delle famiglie che affrontano una temporanea situazione di forte disagio e che in qualche modo si  trovano vicine a quella “linea di povertà” che può condurle nella spirale dell’impoverimento. Si tratta di un appoggio economico limitato nel tempo e a fondo perduto. Sarà la rete diocesana dei centri d’ascolto della caritas a fare da filtro per ogni caso. È importante sottolineare poi che per quanto riguarda questo fondo di sostegno siamo nella fase di sensibilizzazione e approfondimento dei casi, non ancora nella fase di erogazione. Infatti non vogliamo in alcun modo creare degli assistiti».

E il microcredito?

«Questo percorso di microcredito lo abbiamo pensato soprattutto per quei soggetti che non hanno garanzie e a cui le banche non accorderebbero alcun prestito. Qui siamo già in una fase operativa ed agiamo in collaborazione con una rete di associazioni che sul territorio garantiscono accompagnamento e vicinanza al singolo caso, alla famiglia e al progetto da sostenere. Queste associazioni partecipano ad un Tavolo di Partenariato presieduto dalla caritas diocesana che vaglierà ogni caso. Nel concreto si tratta di prestiti cha vanno da un minimo di 1000 ad un massimo di 4000 euro, da restituire con piccole rate e con tassi prossimi allo zero».

Che valore date a questi due progetti?

«Sono un gesto concreto ma anche un segno. Un gesto in quanto affrontiamo l’immediato, e quindi, essendo misure straordinarie per questa congiuntura economica sono da ritenersi operazioni di corto periodo. Ma sono un segno importante. Questi due progetti vogliono essere il segno di una chiesa che orienta l’attenzione alle vicende umane concrete e che dice a chi si trova in difficoltà “noi non ti lasciamo da solo”. Nelle ultime Linee Pastorali il nostro vescovo ci invitava a “stare nel quotidiano con speranza, fondati sulla Parola”. Stare con gli uomini, insomma. Questa scelta sta lì ad interrogarci sui perché di questa crisi economica, sui nostri stili di vita, sul nostro modo di stare nella società, se viviamo veramente nella sobrietà e nella corresponsabilità. Il segno quindi ci stimola ad un percorso culturale di lungo periodo, che non si esaurisce con l’oggi, e che, come ha scritto il nostro vescovo è un “segno che vuole convertire”».

Incontro a Lido di Camaiore su «Recessione e povert໫Crisi, recessione e povertà: scenari e ripercussioni locali» è il tema dell’incontro organizzato dalla Commissione Giustizia e Pace della diocesi di Lucca, presieduta da Adriano Fabris, e che si terrà sabato 28 febbraio, dalle 14.30 alle 19, presso la Sala della Misericordia di Lido di Camaiore, in via del Secco. Nella prima parte («Gli scenari: fatti e idee»), dopo l’introduzione di Giovanni Belletti, interverranno Pier Angelo Mori, Raffaello Ciucci e don Bruno Frediani. Nella seconda (Ripercussioni e possibili risposte), Gabriele Tomei, Sabrina Fausto, don Marcello Brunini, Luca Menesini e Aldo Intaschi. L’incontro terminerà alle 19 con un aperitivo con prodotti del commercio equo e solidale. PRATO:Qui, il primo «Fondo» è attivo già dal 2005

di Damiano Fedeli

Le famiglie dei bambini del catechismo e delle scuole cattoliche di Prato riceveranno, in questi giorni, un opuscoletto. A prima vista, l’accostamento delle parole del titolo, «Quaresima in bilancio», risulta singolare. Il mistero non si scioglie del tutto neppure prendendo il sottotitolo: «tra preghiera e risparmio». Ma se si sfoglia il libretto colorato tutto si spiega. Dopo una prima parte di preghiere da recitare durante i venerdì di quaresima («Signore aiutami / perché non passi accanto a nessuno / con il volto indifferente…»), ecco una tabella da compilare, un semplice bilancio familiare. Con le caselle per gli alimentari, la casa e l’igiene, lo svago e l’abbigliamento. «È un modo per riflettere sui nostri stili di vita e per capire se riusciamo a rinunciare a qualcosa per condivisione e solidarietà», spiega Idalia Venco, direttrice della Caritas diocesana. L’obiettivo associato a questa riflessione per la «Quaresima di Carità» è la raccolta di offerte che quest’anno confluiranno nel fondo «Insieme per la famiglia». Si tratta di un’iniziativa nata già nel 2003 – era il 350esimo anniversario della Diocesi e la proposta partì con un appello del vescovo Gastone Simoni – sostenuta dalla Diocesi per l’aiuto delle famiglie in difficoltà: il primo fondo anti crisi nato in Italia. Dal 2005 – da quando cioè il fondo «Famiglie per le famiglie» passò in gestione all’associazione di volontariato «Insieme per la famiglia», appositamente costituita nell’ambito della stessa Caritas diocesana – fino al 2007 (i dati 2008 sono ancora in elaborazione) il fondo ha aiutato famiglie per quasi 250mila euro, destinati principalmente al pagamento di utenze e alle rate di affitti e mutui. Fra l’altro, da un vertice con il Vescovo di imprenditori, parti sociali, associazioni e istituzioni emerse qualche mese fa la proposta – e l’attuazione è in fase di definizione – di una «una tantum», un contributo volontario versato da imprenditori e lavoratori per alimentare «Insieme per la famiglia».

Non è però la sola iniziativa. Dal giugno scorso è attivo l’Emporio Caritas: il «supermercato della solidarietà», dove le persone bisognose possono fare la spesa senza soldi, ma con una tessera a punti rilasciata attraverso i soggetti partner del progetto. Aperto a metà giugno 2008, a fine anno le tessere attive risultavano 479 e il valore della merce distribuita superiore ai 180mila euro.

Un ulteriore aiuto è quello offerto dal progetto Microcredito, partito a fine 2005 per iniziativa di Caritas Diocesana di Prato, S. Vincenzo de’ Paoli e Cittadinanza Toscana, cui si è poi unita la Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura attraverso la Misericordia di Prato. Grazie a un fondo di garanzia messo a disposizione dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Prato (successivamente supportato anche dalla Provincia), per un totale di 130mila euro, è stata stipulata una convenzione con Cariprato per la concessione di prestiti, per un massimo di 5mila euro, da restituire in cinque anni. «Non è un’erogazione a fondo perduto, ma un prestito che va restituito. Per quello facciamo preliminarmente una valutazione, per vedere se ci sono le condizioni per farlo concedere», spiega Franco Cioppi, presidente del comitato Microcredito.

AREZZO-CORTONA-SANSEPOLCRO:Bassetti: «È come un nuovo terremoto»

di Lorenzo Canali

«Un nuovo terremoto sta facendo tremare Arezzo». Il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Gualtiero Bassetti, l’ha scandito a chiare lettere durante la festa della Madonna del Conforto, l’appuntamento mariano che ogni il 15 febbraio porta nel duomo di Arezzo oltre 60mila persone per ricordare il miracolo del 1976 quando un’immagine della Vergine si illuminò e liberò la città dal sisma che l’aveva messa in ginocchio. Più di duecento anni dopo, un nuovo flagello si abbatte sulla realtà aretina. «È quello della crisi economica», ha detto il prelato davanti a migliaia di fedeli. Ed è la creazione di un fondo contro la crisi la risposta concreta che la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, assieme alla Caritas diocesana, diretta da suor Rosalba Sacchi, propone come prima risposta a un’emergenza che rischia di avere pesanti ripercussioni soprattutto sulle famiglie.

«Quest’anno – aveva scritto Bassetti nel tradizionale messaggio alla Chiesa locale alla vigilia della festa del 15 febbraio – le offerte raccolte durante la Quaresima di Carità andranno a costituire parte di un fondo per le famiglie in difficoltà toccate dalla crisi economica che sarà completato con una quota degli stanziamenti diocesani dell’8 per mille e da una parte del fondo che il vescovo utilizza per la sua carità personale». Un concreto aiuto per essere vicini a coloro che, alle prese con cassa integrazione, mutui non più sostenibili e costo della vita in crescita esponenziale, potrebbero essere travolti dal crollo dell’economia mondiale.

«La famiglia – spiegano dalla Caritas diocesana – è la cellula su cui si sta facendo sentire maggiormente il peso della crisi. A dimostrazione di ciò il fatto che le iniziative ad essa dedicate, come i centri di ascolto, stanno registrando richieste record. Ci sono poi le domande d’aiuto nascoste per pudore, e oggi provenienti da soggetti nuovi, a cui occorre provvedere con disponibilità ulteriori». Richieste a cui la diocesi si propone di rispondere lanciando un appello l’intera comunità ecclesiale. «Invitiamo i singoli, le comunità parrocchiali e le associazioni a fare fronte comune con la Caritas diocesana per rispondere ai vari bisogni con opportune soluzioni. La Quaresima che prenderà il via tra breve possa essere un tempo forte in cui attraverso le opere di carità si affini e si rafforzi la nostra speranza in Cristo». Da qui la scelta di istituire un fondo con le donazioni raccolte dalle parrocchie nelle settimane che precedono la Pasqua.

Intanto la mobilitazione anti-crisi tocca anche altri fronti in provincia di Arezzo. Così alcuni istituti di credito hanno deciso di venire incontro a famiglie e imprese. L’esempio è quello della Banca del Valdarno-Credito Cooperativo, fondata a San Giovanni Valdarno da don Antonio Torrini nel 1912, che ha stanziato sei milioni di euro. Tra le iniziative varate ci sono il sostegno alle imprese che muovono i primi passi o investono in innovazione, i finanziamenti alle famiglie per la nascita di un figlio o l’acquisto di elettrodomestici, mobili o auto e l’opportunità di accedere ad un mutuo a tasso agevolato per l’acquisto della prima casa. «In un momento di crisi – spiega il presidente dell’istituto sangiovannese, Gianfranco Donato – anche una banca che affonda le sue radici nel mutualismo cristiano vuole fare la propria parte».

Pitigliano, nasce il Fondo di solidarietàLa diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello ha dato vita ad un Fondo di Garanzia e Solidarietà «per aiutare a fronteggiare il disagio sociale presente in persone e famiglie chiamate a sostenere impegni finanziari superiori alle capacità economiche immediate, oltre agli impegni quotidiani incombenti», come chiedeva il documento del Consiglio pastorale diocesano «Far tesoro della crisi», pubblicato all’inizio dello scorso Avvento. Il fondo è stato costituito, con il contributo delle tre Banche di Credito Cooperativo locali (Pitigliano, Saturnia, Costa D’Argento) e della diocesi tramite la Caritas. Vi confluiranno anche le offerte raccolte dalle caritas parrocchiali durante la prossima Quaresima di carità e altre offerte di Istituzioni, associazioni e privati cittadini. Sarà una Commissione, formata da due rappresentanti della diocesi e altri delle Banche coinvolte, a valutare le richieste che arriveranno per l’accesso a microcrediti ad interessi praticamente nulli.

«La crisi finanziaria ed economica che si sta propagando ovunque nel mondo non ci può lasciare indifferenti – si leggeva nel documento del Vescovo e del Consiglio pastorale –. Come cittadini e come cristiani dobbiamo realisticamente riflettere e cercare di porre in atto tutti gli sforzi di cui ci troviamo capaci. Senza inutili illusioni, ma anche senza comode rinunce. Ci è sembrato pertanto utile coinvolgere la nostra Chiesa diocesana in una riflessione su quanto effettivamente possiamo fare, in modo da non sottrarci alle nostre responsabilità e offrire umilmente, ma concretamente, il nostro contributo». Sul documento, che è stato al centro della riflessione delle parrocchie e delle associazioni, sono stati anche organizzati incontri vicariali con Mauro Schiano per illustrare la realtà e l’origine della grave crisi economica.

Siena, 150 mila euro per le famiglie povereL’Arcidiocesi di Siena ha stanziato un fondo straordinario di 150 mila euro per aiutare le famiglie in difficoltà e i più poveri; le risorse provengono dall’8 per mille e da altre risorse dell’ente. «Si tratta ovviamente – ha detto l’arcivescovo Antonio Buoncristiani – di gocce d’acqua, granelli di sabbia, ma pur sempre segni dell’amore fraterno e della carità cristiana che vogliamo testimoniare rendendoci, come comunità ecclesiale, disponibili a promuovere ogni forma possibile di solidarietà, magari anche in collaborazione con tutte le Istituzioni locali». Sarà la diocesi, attraverso le Caritas parrocchiali e un apposito Comitato, a vagliare le varie richieste che possono riguardare anche semplicemente il pagamento di una rata del mutuo oppure di un affitto o perché no lo stanziamento di un contributo per dare una boccata di ossigeno al bilancio mensile di qualche famiglia. «Ovviamente – ha ribadito l’Arcivescovo – si tratta, per ora, di piccole donazioni e  stiamo lavorando alla definizione dei criteri di attribuzione». L’arcivescovo aveva annunciato l’intenzione di varare iniziative adattate a mitigare gli effetti della crisi sia il dicembre scorso esprimendo la disponibilità della Chiesa Senese «a promuovere ogni forma possibile di solidarietà, ponendosi in collaborazione con tutte le altre Istituzioni locali», sia a gennaio durante la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace richiamando i fedeli «alla sobrietà nei consumi superflui» e «alla necessità di offrire un gesto di concretezza che deve responsabilizzarci in prima persona a contribuire non solo alla soluzione della crisi finanziaria che minaccia di travolgerci, ma anche alla progressiva costruzione della pace nel mondo». San Miniato, mobilitate Caritas e parrocchieAnche la Diocesi di San Miniato sta studiando una modalità concreta perché la difficile situazione economica col reale pericolo per il posto di lavoro di tante persone, possa essere in qualche modo alleviata. Attraverso la Caritas e la capillare diffusione delle parrocchie sul territorio si adopererà perché chi si trova in difficoltà possa superare con dignità e speranza questo difficile momento. La formula concreta sarà messa a punto a breve.  Mentre la Chiesa richiama alla responsabilità le istituzioni, le forze politiche ed economiche perchè si metta mano ad un sistema economico più giusto e solidale basato sul rispetto del valore di ogni persona, invita tutti a «fare rete», offrendo con generosità quanto gli è possibile in tempo, denaro e cuore per il ben comune.

Grosseto, nasce un fondo per le famiglie

«La carità che è “farsi prossimo” verso ogni persona e in tutti i modi possibili; è ascolto, accoglienza, solidarietà, è condivisione anche di risorse materiali; è capacità di “compatire”, cioé “patire con”, insieme con chi deve confrontarsi con le esigenze della vita». Lo ha scritto il vescovo di Grosseto, mons. Franco Agostinelli in un messaggio alla comunità diocesana per presentare la nascita di un «fondo di solidarietà tra le famiglie», per venire incontro a situazioni di emergenza: «famiglie che soffrono per la mancanza o la perdita del lavoro, che si trovano nella necessità di assolvere a pagamenti impellenti, famiglie colpite da malattia e con figli minori a carico». Il Fondo verrà alimentato da tutti quei fedeli (e non) che riceveranno dalle parrocchie un salvadanaio, da riconsegnare, poi, processionalmente il 3 maggio, durante la Messa della solennità della Madonna delle Grazie (o da affidare al proprio parroco). A quest’opera di carità comunitaria, si aggiungerà un fondo di dotazione di 50 mila euro messi a disposizione dalla Diocesi. Si raccoglieranno, inoltre, le libere offerte che verranno versate su apposito conto, aperto presso il Monte dei Paschi di Siena, e saranno infine sollecitati i contributi del mondo dell’imprenditoria e delle Banche o Fondazioni. Il Fondo sarà gestito dalla Caritas Diocesana, che costituirà un apposito Consiglio di Amministrazione, al quale sarà affidato il compito di fissare precisi criteri di valutazione delle richieste sulla base delle emergenze indicate dal Vescovo, ed erogare, tramite del parrocchie, gli interventi accordati.